mercoledì 24 aprile 2024
 
Home  >  L'editoriale
 

Divieto di fumare nelle spiagge thailandesi, un assurdo da milioni di euro

Novembre 2017 -  Il buco dell'ozono avanza... i terroristi dell'Isis minano la serenità dei turisti... la peste dilaga in Madagascar... la caduta delle noci di cocco continuano a essere tra le prime cause di mortalità nel mondo...  eppure a tutti è sfuggito il grande, dilagante, enorme, terrificante problema che attanaglia il pianeta: chi fuma in spiaggia. Ovviamente la mia ironia può essere in parte condivisa da chi come me odia il fumo e si infastidisce se nel ristorante all'aperto il mio vicino decide di accendersi la sigaretta proprio mentre io assaggio il mio primo boccone... ma mai avrei pensato di difendere la categoria dei fumatori dal divieto che proprio oggi, 1° novembre 2017, è stato introdotto in Thailandia: sulle 20 spiagge più note (da Pattaya a Patong e tante altre) e frequentate dai turisti vietato fumare. Si tratta di un progetto pilota, che se verrà ritenuto funzionale sarà esteso nel prossimo futuro a tutte le spiagge del Paese. Quello che colpisce non è tanto il divieto in sè, quante le pene assolutamente sproporzionate: i trasgressori colti a fumare in una delle spiagge menzionate (e potete scommetterci che li i controlli li faranno davvero, non come da noi in Italia!) rischiano l'arresto fino al giorno del processo (dai 30 ai 60 giorni) e in caso di colpevolezza (e come potrebbe essere altrimenti, se sono colti in fraglante???)  fino ad un anno di carcere o ad un' ammenda pari a THB 100.000 (circa euro 2.700), oltre alle spese processuali in carico al trasgressore.
Ha senso tutto questo? Se il divieto è stato varato per fare cassa (le previsioni parlano di miliardi di bath, milioni di euro quindi), bastava che la multa fosse più...

Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano al n.236-01/06/12 - Direttore responsabile: Luca Mantegazza
© Giv sas edizioni, Milano - P.i. 04841380969