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Il mese del 50enne Roberto Baggio, la fantasia al comando del calcio italiano

Marzo 2017 - Se giri il mondo e dici di essere italiano, ti ricordano, pizza, pasta, mafia e anche di... Roberto Baggio... si proprio l'ex codino che il 18 febbraio dello scorso mese ha fatto cifra tonda, arrivando a spegnere cinquanta candeline. Baggio è stato un'icona per l'Italia calcistica, nato a Caldogno, ha iniziato a tirare i primi calci nel Vicenza, dove ha subito anche un infortunio gravissimo al ginocchio, nonostante ciò la Fiorentina nel 1986 lo acquistò, a Firenze nacque il mito di Roberto Baggio a livello umano si convertì alla religione buddista.

In campo segnò due gol da fuoriclasse, con dribbling di pregevolissima fattura, uno a San Siro con il Milan nella stagione 87/88 e uno al San Paolo di Napoli, nel 1989/90.

Dopo quattro anni passò alla Juve,  nell'estate 90 partecipo' ai mondiali in Italia e realizzò il suo gol piu' bello in assoluto, quello alla Cecoslovacchia, con il marchio di fabbrica a lui piu' congeniale, ovvero serpentina fra gli avversari e gol da incorniciare.

Alla Juve giocò cinque stagioni, vinse una coppa Uefa,uno scudetto e il pallone d'oro nel 1993, ma nel 1995 dovette lasciare il club torinese, dato che il numero 10, fini sulla schiena di un altro talento, Alessandro Del Piero. Disputò il mondiale americano del 1994, con 5 gol trascinò la nazionale di Sacchi alla finale di Pasadina, persa 3-2 ai rigori con il Brasile, storico il suo errore che cosegnò la coppa ai sud americani.

Berlusconi da sempre ammaliato dai fantasisti lo porto al...

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