venerdì 26 aprile 2024
 
 

In Myanmar, alla scoperta del misticismo etereo della piana di Bagan

Gennaio 2014 - Il misticismo etereo della piana di Bagan
Sulla riva orientale del fiume Ayeyarwad, nel Myanmar centrale, sorge Bagan, rigogliosa capitale del primo impero birmano dall’874 d.C. nonché uno dei siti archeologici più importanti e significativi di tutto il sudest asiatico.
All’epoca del suo apogeo Bagan occupava una superficie di circa quaranta km² interamente costellati di templi e pagode: ben tredicimila strutture religiose furono edificate sulla piana tra l’XI e il XIII secolo. Nonostante il decorso implacabile del tempo e i terremoti che l’hanno colpita numerose volte, Bagan non ha perso nulla del suo antico e glorioso splendore e continua a essere un sito religioso attivo in cui i pellegrini si recano per omaggiare il Buddha.
E secondo la leggenda, è proprio a una profezia del Buddha che la città deve i suoi natali. Fu poi il re Anawrahta, con la presa di Thaton nel 1057, a segnare l’inizio dell’apogeo economico, culturale e religioso di Bagan. L’invasione dei mongoli nel 1287 ne segnò invece la fine: in seguito al rifiuto a rendere omaggio a Kublai Khan, la città fu saccheggiata e rasa al suolo e molte reliquie religiose andarono irrimediabilmente perdute.
Tra quelle rimaste – attualmente non più di duemila - svetta elegante la silhouette dorata della Paya Shwezigon, una delle strutture sacre più significative della zona. Durante la festa di Bagan, che ha luogo nel mese birmano di Nadaw (novembre/dicembre), migliaia di pellegrini accorrono da tutto il paese attratti dal suo carattere storico e dal significato religioso rivestito dal sito per il buddhismo birmano. Considerata infatti uno dei simboli del trionfo del Buddhismo Theravada, la...

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