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Amsterdam: non chiude 'l'isola felice' nell’Europa del proibizionismo

Dicembre 2012
Ecco una notizia che dovrebbe far gioire migliaia di turisti: il governo olandese, dopo aver varato un provvedimento che imponeva l’obbligo di residenza nei Paesi Bassi per poter acquistare cannabis nei coffee-shop, è tornato sui suoi passi. La misura avrebbe dovuto estendersi a tutto il territorio a partire dal 1 gennaio 2013, ma il nuovo governo, sostenuto dai liberali e i laburisti, ha decretato che saranno le singole autorità municipali a decidere se adottare o meno il bando sulla vendita di droghe leggere ai non residenti.

Il sindaco di Amsterdam, Eberhard Van der Laan, si è già pronunciato in merito alla questione. “I turisti possono continuare a visitare i nostri 220 coffee-shop anche se non sono residenti nei Paesi Bassi” ha dichiarato il primo cittadino al quotidiano di sinistra Volkskrant, imputando i motivi della sua scelta a esigenze di ordine pubblico. “Se l’accesso ai coffe-shop fosse interdetto agli stranieri (…) aumenterebbero i furti, le rapine, le risse. (…) Tornerebbero tutti i problemi che avevamo una volta”, si giustifica Van der Laan, facendo passare in sordina il danno economico che apporterebbe una politica di tipo proibizionista alo stato olandese.

Nei Paesi Bassi, infatti, la vendita e il consumo pro-capite di 5 grammi di cannabis nei coffee-shop è tollerata dall’ormai lontano 1976. E Amsterdam ospita ogni anno ben 7.000.000 di turisti, di cui almeno 1.500.000 si reca nei coffee-shop per omaggiare lo “spinello libero”. Se l’isola felice chiudesse davvero le porte ai turisti chi pagherebbe il prezzo più alto? I coffee-shop o la metropoli?

Diana Facile

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