mercoledì 24 aprile 2024
 
 

Quel pezzetto di Africa... in Colombia: San Basilio de Palenque

Febbraio 2015 -  Il sole è allo zenit quando scendo dall’autobus e mi investe improvvisa una folata di aria secca e asfissiante. All’imbocco del sentiero che conduce a San Basilio de Palenque mi attende un folto gruppo di giovani in moto che per 3000 pesos colombiani è disposto a sottrarmi al supplizio di dover percorrere a piedi, sotto un sole omicida, i sei chilometri che mi separano dal villaggio. Le trattative sono più rapide e indolori del previsto e dieci minuti dopo, per 2000 pesos, il mio driver mi deposita sulla piazza centrale di Palenque. Mi infilo in un ristorante per placare l’arsura e rifocillarmi. Accanto a me un uomo dalla voce calda e rassicurante accompagna il mio pasto con i racconti del suo paese. Racconti che invocano l’Africa come passato, presente e futuro.
San Basilio de Palenque. La prima comunità di schiavi. deportati ai tempi della colonizzazione, a ottenere l’indipendenza dalla corona spagnola. Ancor prima della stessa Colombia. “Era il 1603” - esordisce il mio vicino – “quando Benkos Biohó, alla testa di un gruppo di schiavi cimarrones, fuggi al controllo di Cartagena e si insediò nel territorio dell’attuale San Basilio.” Un pezzo di storia africana, tramandata di generazione in generazione, che si conserva nei Palenqueros attraverso la danza, la musica, la medicina tradizionale, la gastronomia e i riti ancestrali.
Ed è quando esco dal ristorante e mi perdo lungo le strade in terra battuta del villaggio in cerca di un po’ d’ombra che sento il richiamo dell’Africa. Lo sento nell’ammirare le acconciature delle donne dalla pelle nera, nel rispondere ai saluti della gente e agli inviti ad entrare nelle...

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