Febbraio 2018 – E’ un ricordo silenzioso quello di Camilla Cederna, che, a vent’anni dalla sua scomparsa, sembra essere, ancora una volta, dimenticata da Milano, la città che l’ha resa protagonista del giornalismo italiano durante il boom economico e gli anni di piombo.
Debole eco della sua memoria, oltre al giardino in Largo Richini, intitolatole nel 2013, rimangono, però, i suoi articoli, pubblicati su “L’Europeo” e “L’Espresso”, e i saggi politici successivi alla strage di Piazza Fontana.
Ma cosa resiste, oggi, dello stile di Camilla Cederna?
La sua ironia e la mescolanza tra codici linguistici diversi, tutte tecniche sviluppate ancor prima della rubrica socio-politica Il lato debole, sono stati ampiamente imitati nel corso del tempo, fino a diventare un perfetto esempio per le nuove generazioni di giornalisti, ormai abituati a confrontarsi con mezzi di comunicazione piuttosto recenti ed un pubblico di lettori disposto a dedicare sempre meno tempo alla lettura e all’informazione.
La grande eredità della Cederna, tuttavia, non è stata inconsapevolmente raccolta soltanto dai giornali tradizionali, ma anche dal mondo dei blog e delle riviste online, spesso incentrati su moda, costume e satira politica. Si tratta, senza dubbio, di un’influenza trasversale che riguarda perfino pubblicazioni specializzate nel settore viaggi, un tema affrontato all’interno della produzione cederniana secondo due diversi punti di vista, la descrizione di usi vacanzieri, da un alto, e il...