Maggio 2020 - Un viaggio nell’Outback australiano non sorprende solo per i maestosi panorami. Vi sono per esempio i ruderi delle prime ferrovie, un vero esempio di archeologia industriale dalle cui rovine è nata una bizzarra forma d’arte:l’ho chiamata “recycled bush art”.
Particolarmente ricca di questa arte è la pista di Oodnadatta che parte da Lyndhurst nel South Australia e raggiunge il Northern Territory: Oodnadatta ne è l’ultima città, ma anche l’inizio della nostra storia.
Qui sorge la Pink Roadhouse di Lynn ed Adam Plate. Loro hanno dipinto di rosa la loro stazione di sosta e da oltre un ventennio hanno disseminato la pista ed i dintorni (per oltre mille km) di segnali rosa costruiti con fondi di bidone. Su di essi sono raffigurati percorsi, distanze, racconti ed anche vignette: una vera enciclopedia del bush dalla quale ho tratto numerosi insegnamenti.
Ma lungo questa pista si trovano anche gli enormi serbatoi dell’acqua della vecchia linea ferroviaria del Ghan, che alimentavano le locomotive a vapore. Nelle vicinanze di Alberrie Creek se ne incontra uno trasformato in cavallo, la testa costituita da una carcassa d’auto. E’ la prima delle raffinate forme d’arte note come “Mutonia sculpture park” di Robin Cooke; oltre a questa ve ne sono decine, tutte create con i rifiuti della civiltà, dagli aerei ai binari della ferrovia, agli ingranaggi di enormi macchinari. Robin Cooke è uno dei fondatori della Indipendent Republic of Frestonia (Kings Cross – Londra ’70) e del famoso movimento artistico della Mutuoid Waste Company.
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