La settima edizione della
«Guida agli extravergini» è piena di numeri importanti:
circa duemila oli assaggiati, 651 realtà produttive censite, 880 etichette promosse con valutazioni in "olive" da zero a due.
L'edizione 2007 della guida, edita da Slow Food Editore, è stata curata da Tiziano Gaia e Diego Soracco.
Nel volume, disponibile nelle liberie o sul sito
www.slowfood.it, si passano in rassegna le differenze nella produzione olivicola italiana.
La
Lombardia (12 oli segnalati), strappa il suo primo
Tre Olive, l'
Emilia Romagna, che non è da meno, aggiunge 3 oli a quelli dell'edizione 2006, raggiungendo quota 9.
Il
Veneto addirittura raddoppia, portando a casa due Tre Olive (in tutto 44 segnalazioni).
Il
Friuli Venezia Giulia avanza di posizioni e "olive" medie, mentre il
Trentino dà un altro segnale inequivocabile, passando da tre a sei schede inserite. In
Liguria l'annata più difficile degli ultimi anni ha lasciato il segno di qualche numero perso ma di una sostanziale tenuta del comparto, con tanto di due Tre Olive dal sapore quasi eroico.
Il bacino più propriamente mediterraneo risponde con prestazioni quasi ovunque al rialzo sul doppio fronte dei numeri e dell'eccellenza. La
Toscana varca la soglia imponente delle 150 aziende recensite, anche se l'annata non è stata delle migliori neppure lì. Tengono le altre regioni centrali, attestate su livelli qualitativi ormai riconosciuti: le
Marche con 36 schede, l'
Umbria con 19, il
Lazio a quota 43,
Abruzzo e
Molise insieme con 31. La
Campania non disperde il patrimonio di riconoscimenti mietuti lo scorso anno (6, un record imbattuto a livello nazionale).
Basilicata (14) e
Calabria (25) sono due realtà solide del bacino meridionale e lontanissime, oggi, dall'immagine negativa di pochi anni fa. La
Puglia fa il balzo in avanti che il suo potenziale immenso le consente e le impone, sfiorando quota 50 aziende recensite (+ 11 rispetto al 2006) e premiando tre realtà. Le isole sono una certezza che non viene mai meno: se la Sardegna (13) fatica un po' a tenere il passo delle grandi regioni per via di condizioni climatiche non favorevoli, la
Sicilia (77) sbanca incrementando nomi, riconoscimenti e convinzioni.
Federico Caruso