domenica 19 maggio 2024
 
 
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Dalle risaie vercellesi di Riso amaro alla Sicilia del Gattopardo, passando per la Milano della mala anni Settanta fra sparatorie e immigrati, la toscana sapida di Benigni, la Romagna onirica di Fellini e la Napoli di Totò e Troisi.

Ma anche la Torino del Museo del Cinema o la Venezia del Festival. Con una lunga parentesi nella Capitale, il più grande set a cielo aperto della storia del cinema, da scoprire magari a bordo di uno scooter sulle tracce di Vacanze romane e poi di Caro diario, senza ovviamente trascurare una sosta ai bordi della mitica fontana della Dolce vita.

Un lungo viaggio attraverso l'Italia da Nord a Sud, sui set dei film che hanno fatto la storia del nostro cinema. Un ritratto affascinante della nostra penisola, arricchito dalle suggestioni che il grande schermo ha regalato a paesaggi, scorci, città e monumenti: dietro la macchina da presa i luoghi hanno un sapore diverso, inedito, tutto da riscoprire.

Questa guida si propone di mettere in rilievo i variegati scenari naturali, ma anche storico-artistici, che la nostra penisola ha offerto a profusione a registi italiani e stranieri, raggiungendo anche luoghi remoti e schivi, dove il turismo non è ancora arrivato, o illuminando di nuova luce le mete più frequentate, come Cortina e la riviera adriatica.

Regione per regione, una carta tematica illustra a colpo d'occhio le località visitate dal grande schermo. Segue una descrizione dettagliata degli itinerari suggeriti nella regione, zona per zona o città per città, arricchita da box specifici dedicati ad attori, registi, film, festival. Il tutto corredato da un significativo apparato fotografico, dalle locandine alle foto di scena, fino a qualche squarcio sugli scenari più noti.
Leggendo questo libro si è presi per mano e accompagnati in un itinerario tra i vicoli e le piazze della Capitale, in un percorso arricchito dalle parole dei cantautori che meglio di tutti hanno saputo raccontare la città e le sue storie.
Ciò che si intuisce dalle pagine di Roma suoni dai sette colli è che la caput Mundi cambia in continuazione a seconda dei punti di vista.
La si può guardare nel suo complesso, in una visione addolcita dal caldo e accogliente Ponentino, che sempre spira tra le sue vie (quando non è strozzato dai palazzi troppo vicini e troppo alti), e che si rinfresca attraversando i numerosi parchi e fontane che popolano la città. Nella guida-racconto di Alessia Pistolini si ha l'impressione di vedere dei fantasmi aggirarsi per i quartieri.

Fantasmi di una Roma che non c'è più, di personaggi che ne hanno formato l'immaginario collettivo, rendendo immortale una piccola parte della storia cittadina con le loro parole e le loro note. Non la storia dei grandi eventi; quella si legge sui libri di scuola. Qui ci sono gli affetti dei romani, che li legano ai luoghi più significativi dell'Urbe; ci sono le contraddizioni che la caratterizzano, come sempre accadde per gli agglomerati urbani di grandi dimensioni. Un amore-odio sintetizzato perfettamente da Antonello Venditti, con queste semplici parole:
«Piccola, grande, amara e dolce Roma». Non solo parole in versi, quelle citate dall'autrice, ma anche la prosa (talvolta prosaica, restituita senza alcun filtro di perbenismo) delle lunghe chiacchierate intrattenute coi più importanti nomi della canzone romana, da Stefano Rosso a Ernesto Bassignano, a chi romano non è ma da questa città si è fatto adottare, come Mimmo Locasciulli. C'è poi chi ha fatto il percorso inverso, e ha raccontato da romano una città come Milano: stiamo parlando di Edoardo De Angelis, che ha descritto con le sue controverse parole il capoluogo lombardo.

Alessia Pistolini è nata a Roma, dove vive e lavora. Studiosa di canzone d'autore italiana, da anni è redattrice della rivista specializzata «L'isola che non c'era» e membro della giuria del Premio Tenco. Scrive di libri e musica per «Il mucchio Selvaggio» e altre testate. È coautrice del Dizionario completo della canzone italiana.
Federico Caruso
Quella del soggiorno in bed & breakfast è un'abitudine che sta prendendo piede in maniera sempre più consistente nel Belpaese. Una tradizione antica e consolidata in paesi come Francia, Inghilterra, Irlanda e Stati Uniti, che sta ormai raggiungendo buoni livelli di sviluppo anche in Italia.

Il bed & breakfast è un compromesso nuovo e interessante, che raccoglie esigenze del viaggiatore diverse da quelle da quelle che può soddisfare un hotel, con le sue comodità (proporzionali alla disponibilità a spendere) o un campeggio, con i piacevoli inconvenienti. Soggiornare a casa di qualcuno può implicare un arricchimento della propria esperienza di viaggio: non si ha a che fare con i dipendenti di una struttura che, per quanto cordiali, stanno semplicemente assolvendo alle proprie mansioni lavorative. Al contrario, scegliendo il posto giusto, si può avere la possibilità di scambiare due chiacchiere, in completa tranquillità, con persone legate al luogo in cui vivono.

Per chi è interessato a questo tipo di esperienza, la casa editrice "Le Lettere" propone la «Guida ai bed & breakfast di qualità in Italia». Non semplicemente un tariffario delle strutture del territorio, bensì indicazioni sui posti più interessanti della Penisola sia dal punto di vista della località sia della dimora in sé.
Sparse sul nostro territorio vi sono infatti numerose case di grande interesse culturale, abitate da persone desiderose di condividere con gli ospiti di passaggio la ricchezza dei loro luoghi e la cultura locale che questi racchiudono.

Giunta alla sua nona edizione, la guida è stata puntigliosamente redatta raccogliendo solo case dotate di charme e soprattutto di padroni di casa che accolgano gli ospiti con calore e li aiutino a conoscere le attrattive (note e nascoste) della loro regione: monasteri immersi nei boschi, mercatini locali, musei, bellezze della natura, il tutto lontano dagli itinerari turistici più usuali.
Insomma: chi è in cerca di una tana dove trascorrere la notte dopo aver fatto le ore piccole in giro per le città, per poi ributtarsi nella frenesia del turismo stile «4 chiese e 5 musei la mattina, pranzo al sacco, passeggiata di 12 chilometri al pomeriggio e poi concerto di musica sinfonica dopo breve cena take-away», si guardi bene dal consultare questo volume.

Chi deciderà di rivolgersi a queste strutture (ma soprattutto alle persone che le gestiscono) deve essere in grado di fermarsi a gustare una colazione sotto una pergola di glicine, assaporando i prodotti locali con la giusta attenzione, per poi, con calma, andare a visitare le località nelle vicinanze. Perché l'esplorazione non è solo vagare senza sosta muniti di cappellino con visiera e telecamera. Talvolta quello che va acceso è l'interruttore della nostra curiosità, più che quello dell'occhio digitale che tutto registra ma niente rielabora.

Federico Caruso
Dal sodalizio tra Autogrill e il sistema delle Camere di commercio nasce l'«Annuario 2007 delle sagre italiane», da aprile in vendita in tutte le librerie e gli autogrill del Belpaese.
Curato da Davide Paolini, comunicatore di professione, ma da tempo impegnato nella scoperta e valorizzazione del patrimonio gastronomico nostrano, il volume percorre lo stivale italico, dal gambale al tacco fino alla punta, senza trascurare le isole maggiori, in un itinerario che trova la sua ragion d'essere nella volontà di promuovere il folklore locale che colora tutta la nostra penisola da gennaio a dicembre.

Folklore che rappresenta anche una voce importante del bilancio nazionale e che, anche per questo, va tutelato e aiutato a ottenere la visibilità che merita. Il nostro territorio, è risaputo, nasconde piccoli (o grandi) tesori sparsi un po' ovunque, che necessitano della stessa tutela riservata alle opere d'arte. Questo il condivisibile intento di chi l'ha realizzato, a cominciare dal curatore Paolini, che nella sua attività di ricerca ha coniato due bellissimi termini che illustrano perfettamente l'atteggiamento che permea questo prodotto, e cioè: gastronauta e giacimento gastronomico.

Le Camere di commercio sono da sempre impegnate nella promozione dell'economia territoriale, e la loro attività di valorizzazione e tutela delle produzioni locali di alta qualità è orientata alla produzione di informazione rivolta al mercato e ai consumatori. Autogrill, in un'azione volta a contrastare l'idea di omogeneizzazione del prodotto che il suo marchio potrebbe evocare, si è impegnata nello stringere alleanze con i produttori locali, fornendo una vetrina ai loro prodotti di qualità. La sinergia tra questi diversi soggetti si pone quindi in un'ottica di valorizzazione di tutti quei prodotti che danno vita e arricchiscono quel giacimento gastronomico di cui si parlava poc'anzi.

Una miniera di continue sorprese non appena ci si affaccia al suo cospetto: si va dall'asparago di Nalles al broccoletto di Custoza, dal tartufo pregiato nero di Norcia al farro della Garfagnana, dall'uva di Mazzarrone al torrone di Tonara. Mese dopo mese l'annuario dà conto di tutte le sagre che si susseguono durante l'anno, concentrandosi principalmente su quelle la cui tradizione è più radicata nella storia, e di cui si hanno coordinate precise. La seconda parte del volume presenta invece una rassegna di tutte quelle iniziative che hanno un certo grado di incertezza, vuoi perché nate da poco, vuoi perché legate a particolari contingenze che ne rendono difficile la programmazione.

Federico Caruso
Tremila anni di storia in 365 giorni. Un omaggio alla storia millenaria dell'Urbe nell'originale formato del libro-agenda, realizzato in collaborazione con Mirabilia Urbis e il Patrocinio delle Biblioteche di Roma.
«Romagenda» è un libro-agenda da sfogliare e da leggere, uno strumento utile negli impegni quotidiani e un oggetto prezioso da conservare. Ma è anche l'occasione per "viaggiare nel tempo", sulla scia delle suggestioni e delle emozioni.

Le pagine sulla storia –e le storie– di Roma si alternano a planning settimanali e a schede di approfondimento inerenti a usanze, arti e personaggi arricchite da più di 500 riproduzioni di stampe e incisioni d'epoca.

Dal Foro Romano al Campidoglio nell'età comunale, dalla Roma di Giulio II a quella del Caravaggio, fino alla Roma umbertina e a quella contemporanea: le immagini e i testi di «Romagenda» accompagnano il lettore in un viaggio attraverso i mutamenti della città.
Basta lasciarsi guidare dall'immaginazione e tornare indietro alla ricerca di qualcosa che non è nelle comuni guide turistiche, per vedere i luoghi noti con occhi diversi e riviverne episodi, aneddoti, tradizioni e leggende. Giorno dopo giorno.
Questo volume è stato realizzato con il Patrocinio dell'Istituzione Biblioteche di Roma e del Comune di Roma. Codice ISBN: 88-89932-00-7
La settima edizione della «Guida agli extravergini» è piena di numeri importanti: circa duemila oli assaggiati, 651 realtà produttive censite, 880 etichette promosse con valutazioni in "olive" da zero a due.

L'edizione 2007 della guida, edita da Slow Food Editore, è stata curata da Tiziano Gaia e Diego Soracco.
Nel volume, disponibile nelle liberie o sul sito www.slowfood.it, si passano in rassegna le differenze nella produzione olivicola italiana.
La Lombardia (12 oli segnalati), strappa il suo primo Tre Olive, l'Emilia Romagna, che non è da meno, aggiunge 3 oli a quelli dell'edizione 2006, raggiungendo quota 9.
Il Veneto addirittura raddoppia, portando a casa due Tre Olive (in tutto 44 segnalazioni).
Il Friuli Venezia Giulia avanza di posizioni e "olive" medie, mentre il Trentino dà un altro segnale inequivocabile, passando da tre a sei schede inserite. In Liguria l'annata più difficile degli ultimi anni ha lasciato il segno di qualche numero perso ma di una sostanziale tenuta del comparto, con tanto di due Tre Olive dal sapore quasi eroico.

Il bacino più propriamente mediterraneo risponde con prestazioni quasi ovunque al rialzo sul doppio fronte dei numeri e dell'eccellenza. La Toscana varca la soglia imponente delle 150 aziende recensite, anche se l'annata non è stata delle migliori neppure lì. Tengono le altre regioni centrali, attestate su livelli qualitativi ormai riconosciuti: le Marche con 36 schede, l'Umbria con 19, il Lazio a quota 43, Abruzzo e Molise insieme con 31. La Campania non disperde il patrimonio di riconoscimenti mietuti lo scorso anno (6, un record imbattuto a livello nazionale). Basilicata (14) e Calabria (25) sono due realtà solide del bacino meridionale e lontanissime, oggi, dall'immagine negativa di pochi anni fa. La Puglia fa il balzo in avanti che il suo potenziale immenso le consente e le impone, sfiorando quota 50 aziende recensite (+ 11 rispetto al 2006) e premiando tre realtà. Le isole sono una certezza che non viene mai meno: se la Sardegna (13) fatica un po' a tenere il passo delle grandi regioni per via di condizioni climatiche non favorevoli, la Sicilia (77) sbanca incrementando nomi, riconoscimenti e convinzioni.

Federico Caruso
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