domenica 19 maggio 2024
 
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Recensioni

Fin dall'antichità il Piemonte ha rappresentato un luogo privilegiato per prendersi cura del proprio corpo e del proprio spirito. Torino stessa non è più solo la città del "saper fare", della produzione e dell'innovazione ma sta diventando sempre di più anche la città del "saper vivere".

Questa guida illustrata offre una visione alternativa della vacanza in Piemonte, la vacanza benessere, aiutando il visitatore a orientarsi fra le più belle e benefiche Spa con hotel di Torino e dell'intera regione, e suggerendo le migliori soluzioni per un soggiorno che abbini il benessere alla scoperta della città, all'insegna appunto del "saper vivere".

Negli ultimi anni nella regione e nelle sue principali aree turistiche sono nate nuove Spa e centri benessere per far fronte a una crescente domanda tanto turistica quanto interna. Questa guida, la prima in Piemonte, realizzata con il patrocinio della Regione e della Città di Torino, grazie a puntuali schede tematiche dedicate alle singole strutture fornisce gli strumenti necessari per poter scegliere la propria vacanza benessere in città, montagna, al lago o alle terme. Una piantina dettagliata aiuterà a identificare l'hotel con la Spa preferita, mentre una pratica legenda – grazie a colori diversi – sarà la chiave per identificare la tipologia di vacanza benessere.

I testi, redatti dalla giornalista Cinzia Galletto, sono stati elaborati per fornire un panorama completo, un bagaglio di informazioni indispensabile per chiunque desideri scegliere in maniera consapevole la propria destinazione termale, l'albergo del benessere, oppure la Spa di città.

Non manca l'ABC dei trattamenti per conoscere a fondo l'offerta, oltre che una dettagliata descrizione delle diverse tipologie di vacanza wellness. Dalla medical Spa all'hammam, dalle terme alla day Spa: una guida per orientarsi fra le categorie del benessere e scegliere la vacanza wellness ideale a Torino e in Piemonte.

Cinzia Galletto, giornalista di stampa turistica, laureata in Lingue e Letterature straniere presso la facoltà di Lettere dell'Università di Torino, inizia a collaborare per le pagine nazionali della "Stampa". È autrice di diversi libri riguardanti le tematiche turistiche nei diversi aspetti sociologici, antropologici e semiotici.
Situato in un'isolata baia sulla costa nord-est della Spagna, elBulli è famoso per essere la più ambita meta di pellegrinaggio degli appassionati di cibo, tanto che è quasi impossibile riuscire a prenotare una cena. elBulli è aperto per soli sei mesi l'anno e riceve più di 2 milioni di richieste per soli 8.000 coperti disponibili.

Il ristorante è rinomato per il suo spettacolare menù degustazione di 30 portate, che viene annualmente modificato e aggiornato con nuovi e originali piatti.
Negli ultimi 10 anni le pionieristiche tecniche culinarie di Ferran Adrià sono state applaudite – e imitate – dai migliori cuochi del mondo e Ferran è stato nominato dalla rivista Time una delle 100 persone più influenti dei nostri tempi.

Anche l'ambiente scientifico guarda con ammirazione al lavoro di Ferran Adrià, tanto che l'università di Harvard ha recentemente siglato (dicembre 2008) un accordo di ricerca con lo chef: "è la prima volta che scienza e cucina si uniscono per lavorare insieme." dice Ferran Adrià "Sono molto felice".

Gli scienziati dell'università lavoreranno in stretto contatto con elBulli, studiando le texture della cucina di Adrià e cercando di individuare la via per nuovi sviluppi di ricerca in questo campo.
Nel 2006 Ferran Adrià è stato inoltre il primo cuoco a ricevere il Luky Strike Designer Award, uno dei più prestigiosi premi internazionali di design.
Se non siete tra i pochi fortunati che riescono ad ottenere un posto a elBulli (le prenotazioni per il 2009 sono già state chiuse da un anno), ora potrete conoscere questo ristorante come mai prima grazie al volume Phaidon Un giorno a elBulli.

Questo libro di oltre 600 pagine raccoglie più di 1.000 fotografie, menù, ricette e schemi di lavoro, proponendo una vera e propria visita guidata ad una giornata lavorativa a elBulli: dalla spesa ai mercati locali all'alba alla meticolosa preparazione degli ingredienti, dai workshop sui segreti di Ferran Adrià alle sessioni creative dell'ultimo minuto, dall'aperitivo nella veranda al tramonto fino alla partenza degli ospiti a tarda notte.
Un giorno a elBulli è l'unico libro popolare e accessibile al grande pubblico su Ferran Adrià e il ristorante ed è sicuramente uno dei titoli più ambiti da tutti gli appassionati di libri di cucina.

"Ferran Adrià è senza dubbio il più grande cuoco del mondo" dice Richard Schlagman, editore e proprietario di Phaidon Press "la sua vena artistica e la sua inventiva non hanno uguali nel mondo della cucina e hanno rivoluzionato il modo di pensare e fruire il cibo. Sono molto felice che Phaidon riveli al grande pubblico il mondo magico di elBulli e del suo creatore."

"Phaidon produce libri stupendi e sono eccitato di lavorare con la casa editrice a Un giorno a elBulli" dice Ferran Adrià "Le straordinarie fotografie del libro e la sua struttura, unica nel suo genere, catturano perfettamente l'essenza di elBulli."

Il 20 Aprile 2009 elBulli è stato nominato per il quarto anno consecutivo il "Number One Best Restaurant in the World" nella classifica dei 50 migliori ristoranti al mondo stilata da S.Pellegrino.

In occasione della pubblicazione del volume, da ottobre 2008 ad aprile 2009, Ferran Adrià viaggerà tra Canada, U.S.A., Australia, Inghilterra, Giappone, Francia, Germania e Italia, per un importante tour mondiale di promozione del libro.
E' possibile fare migliaia di chilometri per inseguire un mare di girasoli, di asfodeli o di fiori corbezzolo?
Il lettore ideale del Dizionario dei mieli nomadi – Corraini Edizioni - è chi può arrivare a porsi questa poetica domanda o più semplicemente chi vuole avvicinarsi con spirito giocoso, ma anche no, a una delle sostanze più seducenti e perfette prodotte in natura: il miele.

Tra i suoi autori figura Andrea Parternoster, apicoltore non stanziale che ha la sua base tra i meli della Val di Non ai piedi del bellissimo Castel Thun, maniero di impianto medioevale che riaprirà al pubblico i battenti in tutto il suo splendore tra poco più di un anno.
Non è, forse, un caso che questo signore dei mieli parta periodicamente dalla Val di Non a caccia di fiori. In mezzo ai fiori della valle Trentina ha, infatti, cominciato suo nonno, coltivando una passione per i profumatissimi petali di melo e le macchie gialle di quelli di tarassaco, per le ambrate melate di abete e per le tavolozze formate dai fiori di montagna.

E tra quei fiori Andrea ha iniziato il suo percorso e ispirato da loro non si è più fermato.
E in Val di Non i lettori del dizionario e gli appassionati dei mieli lo possono andare a trovare. Nella sua azienda "Mieli Thun", nel borgo di Vigo di Ton, è presente un piccolo punto vendita, quasi un tempio in miniatura del miele, in cui è possibile prendere parte a degustazioni guidate, lasciandosi sedurre dai racconti di questo dolce vagabondo e dei suoi collaboratori. Accanto ai vasi dorati, birre artigianali al miele, libri, preziosi vasi di polline... Solo la visita per farsi inebriare dal turbine di sapori dei differenti tipi di miele monofloreale vale il viaggio! Per ora i monofiore di Mieli Thun sono circa 20.

Il libro è disponibile anche in un elegante cofanetto, abbinato a un vaso di cremoso miele di tarassaco in quintessenza.

Tornando al libro, "Abete" e "Zorro" sono il primo e l'ultimo lemma di questo grazioso volumetto bilingue di 192 pagine dedicato all'apicoltura itinerante. Disseminate tra le pagine numerose altre voci – corbezzolo, girasole, tarassaco, rosmarino... - che raccontano i cromatismi, le note olfattive e gustative dei differenti mieli. Per ognuno di loro, inoltre, ricette, abbinamenti con i cibi, vini e note curiose. Si scopre così, tanto per citarne uno, che l'assaggio del miele di corbezzolo si chiude con note di radice di genziana, che è perfetto come accompagnamento di un caffè e che inserirne un pallina congelata nel cuore di un arancino di riso prima della frittura regala al palato una gioia infinita. Ma il bello, dopo aver letto delle varie note di profumo e gusto, viene proprio dalla possibilità di rintracciarle nei mieli assaggiandoli, mettendoli e mettendosi alla prova.

Il nomadismo del miele presuppone un'anima un po' sognatrice ed erratica, vocata a un inseguimento quasi romantico di distese di nettari "in purezza" - non contaminati cioè dalla varietà – per ottenere preziosi mieli monofloreali che proprio in virtù della loro origine premiano i sensi con sensazioni uniche.
Andrea quest'anima ce l'ha e da superbo ammaliatore di api l'ha votata a viaggi quasi impossibili per portare i suoi sciami tra rododendri, fiori di melo, arancio, rosmarino... Perché il miele che viene da un fiore solo è al tempo stesso, come dice Paternoster, espressione di un territorio, potremmo azzardare terroir, e di un preciso segmento di tempo. I nettari vanno individuati hic et nunc, altrimenti le api spostano altrove la loro febbrile ricerca. Il tarassaco e il melo, vengono, come si dice in gergo, bottinati dagli sciami di Andrea in Val di Non, i girasoli in provincia di Campobasso, il timo sui Monti Iblei, la sulla nel cosentino, il rododendro, in Val Nambrone, nel cuore delle Dolomiti di Brenta...
Di viaggio in viaggio, la seducente e testarda arte di Andrea ha guadagnato una tale eco da arrivare nientemeno che alla corte di sua maestà Ferran Adriá che usa alcuni Mieli Thun per le sue alchimie culinarie.
Sfogliando questo libello, impreziosito dagli interventi figurativi della raffinata illustratrice di origine giapponese Yoshiko Noda, non si può non pensare a un altro intrigante volume organizzato attraverso una sequenza alfabetica, quel Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes che proprio alla sequenza casuale dei temi aveva affidato il compito di non chiudere il senso.

L'illustre modello francese viene in mente per molte ragioni. Anche per il volume dedicati ai mieli nomadi il format del dizionario non chiude i giochi e suggerisce che il lavoro avviato da Paternoster e dagli altri autori è solo il capitolo di un progetto ambizioso "Il Rinascimento dei Mieli", di cui l'apicoltore errante della Val di Non si fa ambasciatiore assieme ad altri colleghi e cultori dei nettari. Il senso di questo Rinascimento è far sì che i mieli escano da una dimensione quasi marginale e guadagnino come è avvenuto per i vini e il cioccolato l'attenzione che la loro bellezza merita. Perché, come suggerisce Andrea il miele non è un prodotto delle api, ma dei fiori. Le api mentre si nutrono raccolgono il nettare e ce ne fanno dono.

A testimoniare che il discorso avviato con il Dizionario dei mieli nomadi è un progetto aperto, la nascita di un sito www.honeypark.it che ne documenta le differenti fasi e la poossibilità da parte di lettori di comunicare agli autori commenti, integrazioni e nuove voci attraverso l'indirizzo dizionario@honeypark.it.
E poi, come non farsi tentare dalla suggestione che le differenti voci siano un po' i frammenti del discorso amoroso che Andrea intrattiene con le sue api?
Come recita quella che per il momento è l'ultima voce del Dizionario: "Zorro [zòr-ro] s.m. Anche a Zorro di certo piaceva il miele". E se non v'è ragione di dubitare che piacesse pure a lui...

Per ulteriori informazioni:
www.visitvaldinon.it
www.mielithun.it

Proporre un libro su Bernadette interessante sia per chi ha fede sia per chi non ce l'ha, ma è incuriosito dalla vita di una donna semplice e poverissima destinata a creare un fenomeno sociale oltre che religioso: questo l'obiettivo degli autori nel ricostruire, a partire da documenti storici originali e testimonianze dell'epoca, la vicenda umana di Bernadette e il contesto nel quale si svolse.

La narrazione avviene in forma diaristica
: nel 1858 uno studioso italiano si imbatte, nel corso di un viaggio nella zona dei Pirenei, nella notizia di miracoli avvenuti a Lourdes. Il suo animo curioso e i suoi interessi in campo religioso – improntati a spirito razionalistico - lo spingono a cercare Bernadette Soubiros e la sua famiglia, a indagare l'ambiente sociale e culturale nel quale il fenomeno si è sviluppato, a incontrare i comprimari e gli spettatori della vicenda: intellettuali, preti, borghesi diffidenti, poveri contadini, piccoli commercianti (tutti realmente esistiti) di questa zona isolata della Francia che già dopo qualche anno si vedrà collegata alla rete ferroviaria nazionale.

Ne esce un racconto vivido e appassionante che prosegue nelle memorie del figlio del protagonista, così che anche gli accesi dibattiti che si svilupparono negli anni, la beatificazione di Bernadette nel 1925 e la sua canonizzazione nel 1933 trovano un fedele resoconto.
Gli autori non giudicano e non offrono interpretazioni, ma si limitano – dopo un accurato e imparziale lavoro di raccolta delle fonti durato cinque anni – a ricostruire la storia di una donna, di un'epoca e di un ambiente, Lourdes, nel quale si sono verificati eventi straordinari o quanto meno inconsueti.
Al lettore di valutare l'intera vicenda in piena libertà e secondo le sue convinzioni, insieme alla possibilità di gustare un libro molto serio ma gradevole nella prosa e lieve nel tocco.
Reverdito ha scelto di inaugurare con questo titolo importante, uscito per la prima volta nel 1987, una nuova collana dedicata alle grandi figure storiche che hanno saputo trasfondere nella vita quotidiana una forte spiritualità.

Gli autori
Michele Cénnamo
Giornalista e scrittore, è inviato speciale per "Avvenire" dopo aver lavorato a "Il Tempo" a "Momento Sera" ed essere stato vaticanista per "La Domenica del Corriere". Ha al suo attivo più di venti libri, alcuni dei quali realizzati con Franco Vaudo.

Franco Vaudo
Un esordio nel 1958, giovanissimo, a "la Voce Repubblicana" e poi una vita da inviato e corrispondente in Europa, Africa, Medio Oriente per testate quali "Lo Specchio", "Radio Svizzera Italiana", "L'Europeo", "Panorama". Alla carriera giornalistica unisce un'intensa attività di scrittore.

La casa editrice Reverdito
Nata a Trento nel 1970 per iniziativa di Luigi Reverdito, ha pubblicato in 38 anni oltre 800 volumi. Per i primi dieci anni concentrandosi su opere riguardanti la regione Trentino Alto Adige, successivamente allargando l'interesse a tutto il territorio nazionale e partecipando, in numerose occasioni, alla realizzazione di opere a carattere internazionale.
Dal 2007 Reverdito srl è partecipata al 50% da Giunti Editore SpA.
San Valentino si sta avvicinando ed è meglio cominciare a organizzarsi. Come primo suggerimento potremmo partire dal... bigliettino d'auguri.
Gli uomini di solito sono un disastro con le parole e qualcuno di loro prova a puntare tutto sul regalo, come se abbagliare la propria amata con il luccichio di un gioiello, potesse bastare a farle dimenticare "quell'assenza di parole".

Niente di più sbagliato. Le donne vanno pazze per le parole d'amore tanto che il più bello dei gioielli potrebbe suscitare un effetto poco più positivo della ben più economica bigiotteria se non accompagnato dalle paroline giuste.

Per fortuna degli uomini di oggi, il sesso forte in passato sapeva sempre cosa dire per aprire le porte del cuore di una donna. Beethoven, Byron, e perfino Napoleone sono molti i grandi personaggi del passato ad aver scritto alle loro amate romantiche lettere che sono poi diventate immortali. Oddio, di amori travagliati, non corrisposti o sciagurati ne hanno avuti pure loro, ma almeno a corto di parole non ci rimanevano mai .

Da qui l'idea di raccoglierle tutte in un libro per andare in soccorso di fidanzati a corto di ispirazione. Ti amo come lo hanno detto gli uomini famosi di Ursula Doyle, edito da Sperling & Kupfer (2009), è però anche la raccolta dei «ti amo» più celebri della storia capace di regalare a tutti noi quei momenti magici che meritano di essere ricordati per sempre e quindi, potrebbe anche diventare "il regalo"!
"Flavio Soriga compone pagine perfette, con la sapienza dello scrittore e la grazia del jazzista. Pagine che sono letteratura e musica e danza, racconti che assomigliano a partiture. Provate a leggerli ad alta voce: suonano, giuro. Questo è un libro da ballare."
Lella Costa

Un matrimonio di rito indiano in una villa del Cinquecento e due uomini che amano la stessa donna. Un padre che va via, una madre ferita, un ragazzo che lascia la sua piccola isola di fronte all'Africa e cerca una vita normale in una grande città, lontano dall'incanto dei tredici anni, dalla poesia dei ricordi. Un ballerino che corre per Londra - bellissimo, fragile e inquieto - un uomo che forse arriverà all'aeroporto, lo abbraccerà chiedendogli scusa, o forse no, non ne avrà il coraggio. Un Presidente sudamericano e un'attrice che ha lasciato l'Italia per un Paese di caldo e cactus, chitarre e rivoluzioni. Un gatto che arriva per caso, in pieno agosto, e candele che si accendono al tramonto, e il coraggio che serve per stare bene con niente.


"Volare Low Cost" è il titolo dell'interessante volume da poco uscito nelle librerie, edito dalla Hoepli e scritto da Letizia Orsini, che ripercorre tutta la recente storia della più importante innovazione del settore aeronautico degli ultimi anni: le compagnie aeree low cost.

I voli low cost hanno modificato non solo il modo di viaggiare, ma anche le abitudini di vita di molte persone. Un numero sempre crescente di persone in tutto il mondo ha infatti avuto accesso al mezzo di trasporto areeo, fino a poco tempo fa esclusivo di una ristretta elite di viaggiatori, e ha contribuito a decretare il successo di alcune destinazioni turistiche a scapito di altre.

La rivoluzione delle compagnie aeree low cost presenta implicazioni che vanno ben al di là del fenomeno in sé.
L'autrice è stata tra le artefici dello sviluppo di Go in Italia, la prima compagnia low cost attiva in Italia (il primo volo Londra-Roma risale al 1998) poi acquisita da easyJet, ed è ora Country Manager per l'Italia di TUIfly. Letizia Orsini guida il lettore alla scoperta del fenomeno low cost: dal precursore Southwest Airlines che negli Stati Uniti ha iniziato a volare alla fine degli anni '70 ed è ora la prima compagnia aerea americana per numero di passeggeri, alle prime compagnie low cost europee tra cui Virgin, Ryanair e easyJet e alla via italiana al low cost.

Il volume racconta non solo la storia, a volte pionieristica, dei tanti imprenditori che hanno fatto la storia del low cost, ma soprattutto i motivi del successo travolgente che alcuni di loro hanno avuto. La rivoluzione low cost è stata - ed è tuttora – basata su un totale stravolgimento del business model delle compagnie tradizionali. "Volare low cost" spiega con estrema chiarezza il modello di business delle low cost e risponde in modo esauriente alla fatidica domanda che moltissimi viaggiatori ancora si fanno: ma come fanno le low cost ad offrire voli a prezzi così bassi?

Il volume è molto interessante per un pubblico variegato di lettori: dagli studenti universitari interessati al mondo dei trasporti, ai professionisti del mondo del turismo, ai semplici curiosi ed appassionati, magari proprio coloro che grazie alle compagnie aeree low cost da molti anni hanno l'opportunità di visitare ogni fine settimana una diversa destinazione europea… al costo di un taxi o poco più.
Le Wallpaper* City Guides sono il risultato di una nuova concezione nel settore delle guide di viaggio, pubblicate congiuntamente dalla Casa Editrice Phaidon e dalla rivista Wallpaper*.

Accattivanti, complete ed economiche le guide offrono una descrizione inedita delle più importanti metropoli mondiali. Perfette per una breve gita del week-end o per un viaggio d'affari, pur nella loro essenziale forma tascabile le nuove guide Wallpaper* contengono tutte le informazioni indispensabili al visitatore, e in più suggeriscono un itinerario originale e privilegiato per non lasciarsi sfuggire tutto ciò che caratterizza e rende unica ogni città.
Peculiarità delle guide Wallpaper* è inoltre lo speciale contributo offerto da un abitante della città che, in veste di cicerone, conduce il visitatore alla scoperta dei suoi luoghi preferiti e condivide con lui informazioni informali e originali. Per semplificare l'orientamento durante la visita, ogni guida include mappe e fotografie aeree; sone state inoltre aggiunte alcune pagine bianche per appuntare scoperte personali ed eventuali consigli. Ogni sezione è evidenziata con colori diversi per agevolare la ricerca delle informazioni.

Wallpaper* City Guides - I Capitoli:
Landmarks – gli edifici che danno forma alla città
Hotels – dove dormire e quale stanza prenotare
24 Hours – tutte le attrattive della città in una sola giornata
Urban Life – i ristoranti, i caffè, i bar e i club da non perdere assolutamente
Architour – Una guida ai monumenti simbolo della città
Shopping/Fashion – i migliori negozi della città (e i migliori acquisti)
Sport & Spas – dove rimettersi in forma con stile
Escapes – cosa vedere fuori città
Resources (Informazioni utili) – Tutti gli indirizzi dei luoghi citati con i siti internet e le tariffe degli alberghi.
Zanardi è il personaggio di Andrea Pazienza che ha saputo imprimersi con maggior forza nell'immaginario collettivo. Apparso per la prima volta nel marzo del 1981 sulle pagine di Frigidaire, con il suo naso a becco e lo sguardo glaciale, è diventato immediatamente una delle icone più dissacranti degli anni Ottanta, interpretando con cinismo e disincanto le pulsioni più nascoste di una generazione e di un'epoca.

Con i suoi infidi compagni, Colas e Petrilli, il liceale Zanardi è protagonista di storie in cui la cattiveria, ricondotta alla sua ordinarietà, genera una fascinazione cui è difficile sottrarsi.
Come ha ammesso il suo stesso autore: "Io mi trovo a pensare a volte che i personaggi che popolano le storie di Zanardi e vivono con lui la sua avventura, guardino a Zanardi esattamente come lo guardo io e come tutti quelli che lo leggono. Con un misto di odio e simpatia, perché Zanardi è l'amico che da piccolo ce le faceva passare nere, hai capito?
Ed è quello che noi avremmo voluto schiacciare, ma è anche la persona alla quale maggiormente avremmo voluto somigliare". Zanardi 1, il primo dei due volumi con cui Fandango Libri ne raccoglie integralmente le storie, presenta le prime avventure di Zanardi, apparse tra il 1981 e il 1984. Accanto a quelle più celebri, come Giallo scolastico, Pacco, Verde matematico, riproposte nelle stupende colorazioni di Marina Comandini, e a Notte di carnevale, sono presenti La proprietà transitiva dell'uguaglianza, creata appositamente dall'autore per la prima pubblicazione in volume del 1983, e Giorno che pur non essendo una storia di Zanardi rappresenta per ambientazione e struttura narrativa il suo naturale prologo
. Le ultime due storie, infine, Zanardi l'inesistente e Lupi, vengono riproposte per la prima volta a distanza di anni dalla loro pubblicazione su rivista.
L'editrice Zona – attenta come di consueto al mondo della canzone d'autore italiana – propone l'opera, insieme musicale e letteraria, di Paolo Brancaleoni, umbro di Gubbio, sociologo, cantautore e viaggiatore appassionato. Nelle parole dell'autore, il viaggio – che è esplorazione di luoghi lontani, ma anche di tratti brevi come la linea di un tram – è occasione continua per intingere la penna nell'inchiostro scuro della memoria e ridare luce al ricordo di una lettura, di un verso, o di immagini quotidiane.

Lo stesso sentire poetico permea i racconti del libro che accompagna il cd e tutti i percorsi musicali, sui quali traccia una pennellata decisiva Michele Rosati, chitarrista, qui nella duplice veste di arrangiatore ed esecutore.
Si muove così, Paolo Brancaleoni, sin dalla prima traccia, In viaggio, incedere andante di passeggiata, per proseguire con Il pilota del tram, ballata morbida, e Pioggia ad Alleghany, che accoglie la voce preziosa di Gary Snyder. Continua il viaggio con Gitano vagabondo, un testo che ha accenti di vera poesia e con la bella apertura musicale del ritornello. E ancora oltre, passando per Capo Finisterre, l'isola di Iona, e su in alto attraverso la melodia intrigante di un'Escursione lunare. Rimane nella mente, dolcissimo ed espressivo, il ritornello di Ad un compagno, che si fregia della collaborazione di Mario Luzi. Per poi salutare – ovattato – Dal cerchio di un oblò.

Per approfondimenti e saggi d'ascolto e letture:
www.myspace.com/paolobrancaleoni
www.paolobrancaleoni.com.
Lungo il Tamigi, dalle sorgenti nel Gloucestershire alla Isle of Sheppey, dove il fiume sfocia nel Mare del Nord, Mario Maffi esplora un fiume che raccoglie la composita identità dell'Inghilterra e, scorrendo, ne restituisce i singoli tratti: l'Inghilterra dei giardini, dell'impero coloniale, delle regate universitarie, del proletariato, della swinging London. L'Inghilterra: un paese che perpetua nella modernità i simboli e i rituali del proprio passato.

Un viaggio nel tempo e nello spazio lungo il Tamigi, il fiume che attraversa l'Inghilterra, la sua storia, la sua arte, la sua cultura, e che ne influenza profondamente il carattere.
Lungo il Tamigi, per seguire il filo del tempo nel fluire della corrente. Dall'età del ferro, con i primi insediamenti lungo le sue rive, all'età d'oro di Elisabetta I, tra cigni, salici e poeti, al 1889, anno del grande sciopero dei portuali di Londra, in piena epoca vittoriana, fino al Millennium Dome di oggi.
Sulle sponde del Tamigi, per bere una bitter e ascoltare le storie del fiume nei pub che punteggiano il suo percorso, per incontrare chi conosce i segreti delle sue sorgenti, chi ne custodisce le chiuse, il fantasma di chi, da secoli, riappare in accoglienti locande. Sulle acque del Tamigi, per capire come il fiume abbia messo alla prova l'intelligenza dell'uomo, e come questi abbia risposto con genialità e determinazione, costruendo canali, ponti e mirabili tunnel; per poi indignarsi quando l'intervento troppo violento sul fiume porta a imbrigliarne il corso, deturpando il paesaggio o alimentando inondazioni.

Percorrere il Tamigi, insieme a compagni di viaggio come Turner e Canaletto, Dickens e Grahame, William Morris e Jerome K. Jerome, T.S. Eliot e Gustave Doré. Perché lungo il fiume, la geografia diviene cultura, la natura si traduce in mitologia, pittura, letteratura, identità personale e collettiva.

«Ho visto il Mississippi: è acqua fangosa. E ho visto il St. Lawrence: acqua cristallina. Ma il Tamigi è storia fatta acqua».
La frase di John Burns -uno dei protagonisti del grande sciopero dei portuali londinesi del 1889- è il punto di partenza di questo viaggio lungo il corso del Tamigi e della sua storia. Il Tamigi non è un fiume come gli altri: è tanti fiumi diversi, legati dal complesso e misterioso filo della storia.
È quello mitico-letterario del suo primo tratto, cantato da poeti e scrittori, arcadico e fiabesco; è quello della metropoli, il fiume di Elisabetta I e della Tower of London, di Defoe e Shakespeare, del Canaletto e di Turner; e infine è il Tamigi dell'estuario, quello moderno e industriale, di Conrad e Dickens, di portuali e contrabbandieri, quello che da Londra va al mare e ancora più in là fino ad abbracciare l'impero.
Attraverso una miniera di vicende, aneddoti, scenari, incontri, leggende, pagine celebri o sconosciute, Mario Maffi ci guida in un continuo rimando tra passato e presente, fino al "cuore di tenebra" di questo che, per la sua spiccata vocazione commerciale e industriale, non può che essere definito "fiume al lavoro".


Scalare montagne rappresenta per Mila una "passione necessaria" o, più semplicemente, un modo per sentirsi libero.
Per lui le montagne sono un oceano da esplorare, una palestra di energie e di volontà, un luogo dove essere felici, i monti rappresentano il campo dove mettere alla prova coraggio, intelligenza, coerenza nei rapporti umani.

Le 190 pagine della raccolta invitano il lettore a fantasticare su quel lontano mondo alpino, all'epoca oasi per pochi, dove poter vagare per ghiacciai e valloni d'alta quota nella più profonda solitudine. I suoi scritti ci portano in un mondo "privato", dove i ghiacciai erano ancora il territorio per pochi (e il Grand Combin è forse oggi l'ultimo lembo di quelle solitudini).

Così "La Valpelline" scrive Mila, "passa per la più lunga vallata alpina priva di strada carrozzabile, e certo è una delle più sprovviste di comodità moderne e di organizzazioni turistiche: niente grandi alberghi, niente villeggianti, niente echi cittadini. Così l'alpinista d'una certa fantasia che percorra quei grandi prati annidati ai piedi delle montagne, con poche grangie solitarie sparse presso il torrente impetuoso, può facilmente cullarsi nella beata illusione di esplorare regioni sconosciute e può quasi sentirsi un animo di pioniere dell'alpinismo".
Montagnes valdôtaines copre un arco temporale di una sessantina d'anni. I brani scelti sono stati organizzati in due parti distinte:
Le montagne, racconti di scalata dal 1929 al '51;
e Alpinisti, scrittori, partigiani, una galleria di ritratti e considerazioni su personaggi del mondo dell'alpinismo, dal 1950 all'82.
Chiude la raccolta uno scritto di Norberto Bobbio, nel quale si apre una finestra necessaria sul Mila scrittore civile e animatore di un'élite progressista fortemente connotata con la liberale Torino.

A soli 21 anni Massimo Mila (1910-1988) si laurea in letteratura italiana con la tesi Il melodramma di Verdi, pubblicata da Laterza. Poco dopo viene arrestato con l'accusa di attività antifascista e detenuto nel carcere di Regina Cœli per sette anni. Finita la guerra inizia fruttuose collaborazioni in qualità di opinionista e critico musicale con alcuni quotidiani (tra cui "La Stampa"), e insegna all'Università di Torino.
Prosegue anche il suo lungo e intenso percorso alpinistico tanto da venir ammesso nella ristretta élite del Club alpino accademico. In parallello alla sua attività in montagna darà vita a un ricco corpus di testi storiografici e critici sull'alpinismo (raccolti nel 1992 in volume presso Einaudi con il titolo Scritti di montagna). Mila è ricordato come autorevole musicologo (i suoi libri sono divenuti testi universitari), e come una delle più stimate voci della cultura alpinistica.
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