martedì 23 aprile 2024
 
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America settentrionale » Isole Vergini Britanniche

Le Isole Vergini britanniche sono un territorio d'oltremare del Regno Unito. Fanno parte dell'arcipelago delle Isole Vergini nel Mar delle Antille, ripartito tra Regno Unito e Stati Uniti d'America. Comprendono una sessantina di isole, per la maggior parte di origine vulcanica e dal profilo collinare.
La più estesa è Tortola (20 kmq), seguono Virgin Gorda, Anegada e Jost Van Dyke. Tra le isole minori vi sono: Beef Island, Cooper Island, Ginger Island, Great Camanoe, Great Thatch, Guana Island, Mosquito Island, Necker Island, Norman Island, Peter Island e Salt Island; il capoluogo è Road Town.

Vennero popolate dagli indiani aruachi intorno al 100 a.C. (anche se vi sono alcune tracce di un primo popolamento umano che risalirebbe al 1500 a.C.). Nel corso del Quattrocento le isole furono conquistate dalla bellicosa tribù dei caribi. Il primo europeo a visitare l'arcipelago fu Cristoforo Colombo, durante il suo secondo viaggio nel 1493.
La corona spagnola, pur avendo reclamato il possesso delle isole agli inizi del XVI secolo, non vi creò mai degli insediamenti. Fu così che le Vergini vennero contese da inglesi, olandesi, francesi, spagnoli e danesi, diventando una nota base della pirateria. Benché non si abbiano notizie precise in merito alla popolazione amerindia nelle isole Vergini britanniche, è certo che gli indigeni della vicina Saint Croix furono sterminati.
Tortola venne stabilmente occupata dagli olandesi a partire dal 1648, per poi essere presa dagli inglesi nel 1672. Nel 1680 si ebbe invece l'annessione, da parte inglese, di Anegada e Virgin Gorda. Inizialmente gli inglesi sfruttarono le isole annesse unicamente per la loro posizione strategica. Tuttavia, successivamente, si decise di introdurvi la coltivazione della canna da zucchero, il che rese necessario importare schiavi dall'Africa.

Le isole godettero di un'economia molto prospera sino alla metà dell'Ottocento, quando l'abolizione della schiavitù, una serie di disastrosi uragani, nonché la diffusione della coltivazione della barbietola negli USA e in Europa provocarono un netto declino economico.
Sempre sotto il dominio britannico, le isole fecero parte di diverse suddivisioni amministrative, finché non divennero una colonia a sé stante nel 1960 (a cui seguì, nel 1967, l'autonomia). A partire dagli anni Sessanta, l'economia delle isole si è diversificata, estendendosi ai servizi turistici e finanziari, sino a diventare una delle aree caraibiche più ricche.
La moneta utilizzata è il dollaro statunitense.

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