Autore:
Efraim Medina Reyes
Titolo:
Cinema Albero
Editore:
Fusiorari
Pagine:
194
Prezzo:
12 €
«Il Teatro Apollo non aveva il tetto. Tutti i fine settimana ci andavamo in gruppo a vedere film messicani comici o western; quando non ci bastavano i soldi per il biglietto, ripiegavamo sul Cinema Albero e vedevamo il film per metà prezzo».
Niente pioggia di farfalle e frutti magici in questo libro di Efraim Medina Reyes: della Macondo di García Márquez non c'è traccia. La Colombia di Cinema Albero è un pezzetto di America Latina sordida. Una galleria di personaggi traboccanti di vita ed eccessi che emergono da un contesto livido, dalla Colombia dissacrata dai gringos della Coca-Cola.
Protagonisti catturati loro malgrado da quel senso di malinconia che l'autore lascia sulla pagina. Il macellaio Slong, Erika, Susanna: tutti hanno una tara, di corpo o d'anima non fa differenza. In questo crocevia di storie Efraim Medina Reyes, realista fino alle lacrime, sa concedersi a quel gusto per il paradosso, a quegli ammiccamenti sfrontati che lo hanno reso famoso.
Una pagina dopo l'altra il chico malo della letteratura colombiana smentisce chi da sempre lo considera il Bukowski creolo o il successore irriverente di Márquez: in questo libro per i padri letterari non c'è spazio. Cinema Albero è un manifesto d'indipendenza stilistica, è un'antologia di possibilità narrative, è la consacrazione di Medina Reyes e della sua prosa fulminante e scorretta.
Efraim Medina Reyes è nato a Cartagena in Colombia nel 1967. Ha fatto il pugile, il bassista in un gruppo rock, poi si è dato alla narrativa e alla poesia. In Italia ha pubblicato «C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo», «Tecniche di masturbazione tra Batman e Robin» e «La sessualità della Pantera Rosa» (tutti per Feltrinelli).