Autore:
Leonard Clark
Titolo:
I fiumi scendevano a Oriente
Editore:
Tea
Pagine:
480
Prezzo:
9.00 €
Una volta iniziata la lettura di questa narrazione, non è più possibile abbandonarla.
Clark ci racconta la sua avventura proprio come l'ha vissuta nella giungla. Il suo libro è denso di notizie nuove, affascinanti… e seguendo Clark s'impara.
Ma con lui si soffre anche lo spasimo provocato dalle punture infernali di insetti strani; si suda e si resta abbacinati dall'incandescente sole equatoriale; si prova il sapore amaro della disperazione che dà la fame; si ode il sibilo fantomatico dell'anaconda che i cacciatori di teste, in preda all'effetto di droghe strane, emettono di notte, nel seguire le nostre tracce; si avverte la medesima, terribile incertezza dell'esploratore – addentrarsi ancora nel silenzio misterioso, vivo, strisciante della grande boscaglia, o retrocedere verso la sicurezza? – quando le carte geografiche si rivelano tutte sbagliate…
Leonard Clark, americano, è uno dei pochi esploratori dell'epoca moderna che viene collocato tra i grandi della tradizione classica.
Ebbe spesso il coraggio di compiere le sue spedizioni anche senza mezzi finanziari e adeguato equipaggiamento: semplicemente, partiva; e arrivava sempre dove si era ripromesso.
Figlio dell'esploratore che trapiantò la renna dall'Islanda all'Alaska, lavorò per due anni in banca, ma poi si trasferì nel Borneo, dando inizio così a una serie interminabile di viaggi: le Celebes, le Filippine, Sumatra, Cina, Mongolia, Tibet, Ceylon, India, Messico, Africa del nord, bacino delle Amazzoni, Yucatàn e molti altri. Durante la seconda guerra mondiale operò come agente del servizio segreto militare in Cina e in Mongolia.
Morì nel 1957, durante una spedizione in Sudamerica. Tra le sue altre opere si ricorda Alle porte della Mongolia.