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'La Caduta' di Camus, per scoprire la vecchia Amsterdam

  • Autore:

    Albert Camus


  • Titolo:

    'La Caduta' di Camus, per scoprire la vecchia Amsterdam


  • Editore:

    Bompiani


  • Pagine:

    98


  • Prezzo:

    8,00 €


Maggio 2013

Nel 1956, Albert Camus narra di un noto avvocato parigino che, in dialogo con il lettore, presenta la duplicità della sua esistenza. Consapevole del suo egocentrismo, acuito da un senso di superiorità globale, depone la sua maschera di virtù, abbandonando la professione per trasferirsi ad Amsterdam. Qui, il bar Mexico City diventa il suo nuovo studio, in cui cerca di redimere gli uditori: nei panni di giudice-penitente, confessa le proprie colpe, portandoli a credere di aver commesso gli stessi errori. Ed ecco che, accusando se stesso, rende colpevole l’umanità intera.

A fare da sfondo a questo personaggio assurdo, condizione attribuita da Camus all’essere umano, la capitale dell’Olanda, con il suo palazzo reale, la famosa piazza Dam e gli ancor più noti canali. In un dedalo di ponti, stradine e case riflesse sull’acqua, pochi giorni sono sufficienti per visitare il Museo Van Gogh, il Rijksmuseum, la casa di Anna Frank, Chinatown con i suoi ristoranti etnici, il quartiere a luci rosse con la sua offerta di “vetrine” e coffeeshop, l’incantevole mercato dei fiori e i parchi in cui concedersi una pausa di relax dalle bici che sfrecciano tra la folla.

Come l’autore scrive ne La caduta: “Questo paese mi ispira. Amo questa gente che formicola sui marciapiedi, costretta in un piccolo spazio di case ed acqua, assediata da nebbie, da terre fredde e da un mare che fuma come un bucato. Mi piace perché è duplice. Sta qui e altrove”.

E a proposito di “altrove”, con qualche giorno di tempo in più è possibile partire alla scoperta di Haarlem (a 15 minuti in treno da Amsterdam), recarsi al Keukenhof per una passeggiata nei campi di tulipani o fare un viaggio nel tempo tra i mulini di Zaanse Schans.

Siete pronti a partire e a innamorarvi di Amsterdam?
Perché come dice Camus in questo libro: “Il vero amore è eccezionale, due o tre volte in un secolo all’incirca. Per il resto, vanità o noia”.

Gilda Lomonte

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