giovedì 25 aprile 2024
 
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A lezione di 'scuse', tutto quello che dobbiamo imparare dal Giappone

Ottobre 2018 - Chi sbaglia paga. Ce lo insegnavano da bambini, ma diventando adulti ci siamo accorti sempre più che non solo questo, ma anche molti degli insegnamenti dei nostri genitori ormai sembrano un lontano ricordo lontano anni luce dalla realtà del nuovo secolo.
E' forse anche per questo che ci stupiamo di come in un paese tradizionalmente molto ligio alle tradizioni e al rispetto delle regole come il Giappone, chi commette un errore sia capace di chiedere scusa pubblicamente. Attenzione però, nel Sol Levante le scuse non sono certo di ciscostanza, ma davvero reali. Ricordo ancora nel mio primo viaggio a Tokyo, in visita all'azienda dove lavorava mio fratello Fabio, quel giorno non si facesse la pausa pranzo... tutti lavorano con il lutto al braccio e avevano deciso di saltare il consueto (brevissimo, inutile dirto!) rituale del pasto con un motivo molto semplice: uno sciopero. Avete capito bene: non si incrociano le braccia o si resta a letto a poltrire come nel Belpaese, ma si lavora di più, e questo, potete credermi sulla parola, creava nel presidente dell'azienda un turbamento reale e una riflessione profonda sui motivi dello sciopero.
In tempi più recenti per venire a noi, altri due esempi. Nel primo, le scuse pubbliche dei dirigenti della linea ferroviara Tsukuba Express, che hanno erroneamente fatto partire il treno con ben 20 secondi di anticipo per un errore informatico. Nessuno ha perso il treno per questo, ma la compagnia ha ritenuto di doversi scusare per l'accaduto promettendo - nemmeno a dirlo - che l'inconveniente non si verificherà mai più.
L'ultimo in ordine di tempo è invece il ritardo nel volo della Japan Airlines per colpa di un inaspettato...

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