Novembre 2013 - Sapori e tradizioni dei monti Dauni. Un angolo di Puglia tutto da scoprire quello dei Monti Dauni: i 29 piccoli borghi situati nella provincia di Foggia offrono infatti al visitatore un patrimonio storico e naturalistico d’eccezione e una ricca tradizione enogastronomica che si tramanda di generazione in generazione, davvero perfetto anche per un weekend lungo.
Perché qui la cultura del cibo e della buona tavola gioca un ruolo preponderante e i suoi abitanti, orgogliosi dei prodotti della loro terra, amano renderle omaggio e diffonderla attraverso le caratteristiche sagre paesane in cui vengono presentati gli alimenti e i piatti tipici della zona. Dai succulenti formaggi certificati – il caciocavallo, da consumare come pietanza a sé in compagnia di un buon bicchiere di vino rosso corposo, e il cacioricotta, che si sposa bene con i primi piatti a base di verdure – al delizioso asparago nelle sue distinte varietà – l’Asparagus Officinalis o asparago verde, ideale per preparare piatti salutari ma saporiti, e l’Asparagus Acutifolius o asparago selvatico, dal sapore più marcato e leggermente amarognolo; dal prosciutto di Faeto – ricavato dal quarto posteriore del maiale nero e riconosciuto dalla regione Puglia come “Prodotto Tipico Regionale” per il modo in cui viene lavorato – alle Zanghette – un particolare formato di pasta fatta in casa da gustare con pomodoro fresco accompagnato da rucola e cacioricotta. Dal capocollo ai calzoncelli, dalla manteca ai mostaccioli, dai cavatelli alle cartellate, dalle orecchiette… al fragrante pane di Ascoli Satriano, prodotto con la farina di grano duro sapientemente lavorata secondo la tradizione, già venerato da Orazio nella V Satira del I Libro in cui narra del suo viaggio da Roma a Brindisi. E questo è solo un assaggio della lunga lista di sapori da scoprire e prelibatezze da gustare in una terra rigogliosa che da secoli testimonia l’armonia e l’equilibrio tra l’uomo e la natura.
Ma c’è di più. Perché questo angolo sconosciuto e recondito della nostra bella Italia si fa promotore delle sue tradizioni non solo attraverso le sagre paesane ma anche con l’istituzione di speciali Centri Visita che invitano ad immergersi nella cultura locale per carpirne i segreti più intimi. Oltre a organizzare visite al patrimonio storico e naturale dei Monti Dauni, questi centri propongono infatti delle vere e proprie spedizioni nel passato che rivelano ai più curiosi in cosa consisteva la transumanza, in che modo si lavorava il latte e come si allevavano gli animali nei tempi che furono… e che ancora sono!
Partecipare a un laboratorio proposto da uno dei tanti Centri Visita disseminati sul territorio significa, letteralmente, mettere “le mani in pasta”. Non solo per imparare ma anche, e soprattutto, per riflettere su temi importanti legati all’alimentazione. Olio, pasta, formaggi… qual è il processo di lavorazione degli alimenti primari nei prodotti che quotidianamente integrano la nostra dieta e in che modo riconoscere gli alimenti di qualità? Interessandosi alla loro provenienza e privilegiando i prodotti a km 0, tanto per cominciare, fino a diventare dei veri e propri guru della genuinità in grado di analizzare gli alimenti attraverso l’uso dei sensi.
Tutto questo oggi è possibile grazie agli abitanti della zona che offrono agli interessati la possibilità di diventare i depositari delle loro tradizioni. Per non rischiare che il tempo si porti via i sapori e l’originalità dei loro prodotti, la creatività delle loro ricette e l’inebriante profumo delle loro pietanze. E perché un’alimentazione sana e genuina aiuterebbe tutti, indistintamente, a vivere meglio… e forse più a lungo!
Per informazioni consultare il sito http://www.montidauniturismo.it
Diana Facile
Ottobre 2013 - Un lungo ponte nella magica e selvaggia Sardegna
Spesso i viaggiatori compulsivi, quelli che non appena hanno un weekend libero o si presenta un ponte lungo partono, non prendono in considerazione le mete più vicine per i loro viaggi, ma si orientano verso le grandi capitali europee o cercano comunque di uscire fuori dai confini nazionali. Ebbene, esiste un posto dove ci si può allontanare del tutto dalla “solita vita” senza andare troppo lontano, e dove si può godere di una natura incontaminata, di spiagge meravigliose, montagne selvagge, cibo gustosto, vita culturale vibrante e intensa.
A soli 50 minuti di aereo dalla penisola, raggiungibile sia con voli di linea che con svariati voli low cost, la Sardegna non delude mai i suoi visitatori, in nessuna stagione. Se per godere appieno delle bellezze dell’isola non basterebbe un anno intero, accontentandosi di un fine settimana più lungo del solito, o di un ponte per qualche festività, si riesce ad apprezzarne comunque la bellezza. Il consiglio è di visitare le mete qui elencate in tarda primavera o verso la fine dell’estate, quando diminuisce il flusso di turisti, le giornate sono calde e piacevoli ma la temperatura mai asfissiante.
Per un’infarinatura generale sulle meraviglie isolane, fate un giro che in poco tempo vi permetterà di vedere di tutto un po’. Atterrati a Cagliari, dirigetevi verso il centro cittadino, raggiungete il porto e incamminatevi in una passeggiata che da lì vi porterà attraverso il pittoresco quartiere della Marina, fino ad arrivare al Bastione di S. Remy. Si tratta di un bastione costruito alla fine del XIX secolo sulle mura antiche della città, risalenti agli inizi del XIV secolo, per unire il quartiere Castello con quelli sottostanti di Villanova e Marina. Salendo la gradinata del Bastione, non lasciatevi sfuggire la bellissima vista su tutto il Golfo degli Angeli. Dritti davanti a voi, potrete ammirare la Sella del Diavolo, promontorio che sorge a sud della città e separa la spiaggia del Poetto da quella di Calamosca. La leggenda narra che i dèmoni, capeggiati da Lucifero, rimasero impressionati dalla bellezza del golfo e tentarono di impadronirsene. Tuttavia, Dio mandò le sue milizie, comandate dall’arcangelo Michele, per sconfiggere Lucifero. Nella battaglia, Lucifero fu disarcionato dal cavallo e perse la sua sella, che si posò sulle acque del golfo pietrificandosi e dando così origine al promontorio. Un’altra versione della leggenda racconta che Lucifero, durante la battaglia, cadde sul promontorio dandogli l’attuale forma. Proprio a ridosso della Sella del Diavolo sorge lo Stadio di Sant’Elia, storico stadio del Cagliari Calcio e al centro di curiose vicende per cui il Cagliari al momento gioca “in casa” a Trieste e il Sant’Elia è in fase di ristrutturazione. Poco più a sinistra, lo Stagno di Molentargius ospita varie colonie di fenicotteri rosa, che da anni vi nidificano.
Risalendo un’altra scalinata, vi potrete inoltrare nel quartiere di Castello, passando davanti alla Cattedrale e al Palazzo Vice Regio per poi arrivare alla Torre di San Pancrazio, di epoca pisana. Salite pure, ma solo se non soffrite di vertigini: il forte vento di maestrale che spesso spazza la città potrebbe essere un deterrente. Proseguendo, uscite dal quartiere per dirigervi verso l’Anfiteatro Romano, realizzato durante l’età imperiale, che poteva contenere 10.000 spettatori e ospitava lotte di gladiatori e spettacoli teatrali. Rientrate quindi a Castello, e scendete lungo il Ghetto degli Ebrei, ammirando la vista dei tetti di Stampace e passando sotto la Torre degli Elefanti.
Cagliari offre ristoranti e sistemazioni per tutte le tasche e per tutti i gusti, e non avrete problemi a trovare quelli adatti a voi. La vita notturna in città è sempre piuttosto movimentata, ma il consiglio è di andare a dormire presto, specie se la mattina dopo volete affrontare il trekking della Gola di Gorropu, uno dei canyon più profondi d’Europa. Usciti da Cagliari, imboccate la strada 125 per arrivare fino ad Urzulei, da dove potrete iniziare il vostro trekking. Armatevi di scarpe adatte, e di tanta acqua. Sebbene spesso ombreggiato, a seconda delle stagioni il sole picchierà forte.
Terminato il cammino, dirigetevi verso Baunei, per arrivare all’altopiano del Golgo, dove potrete dormire in un magnifico rifugio immerso nella natura, e se sarete fortunati potrete cenare da un pastore della zona, rimpinzandovi di formaggi prodotti da lui, verdure di stagione, culurgiones di patate e formaggio, maialetto allo spiedo e seadas (dolci di pastella leggera, ripieni di formaggio delicato, fritti e ricoperti di miele).
Il mattino dopo, una camminata di un’ora e mezzo (calcolate altrettanto tempo per il rientro) vi porterà in una delle spiagge più spettacolari al mondo: Cala Goloritzè. Un percorso attraverso il bosco, che alla fine si aprirà per rivelare il mare più cristallino e trasparente che possiate immaginare. La spiaggia è piccola, una vera e propria insenatura su cui sgorgano varie sorgenti di acqua dolce, cosa che rende la temperatura dell’acqua piuttosto fredda, ma gradevole durante le calde giornate estive. La cala, raggiungibile solo via trekking, è famosa per la guglia di 143 metri che la sovrasta e che è stata dichiarata patrimonio UNESCO. Portatevi abbondante acqua e qualche panino, perché la spiaggia non offre alcun servizio.
Lasciata la zona dell’Ogliastra, andate verso Nuoro (passando per la cittadina di Lanusei) e da lì imboccate la SS 131 Bis e poi la 131 fino a Stintino. Il giorno dopo, prendete il traghetto dal porto di Stintino verso Fornelli, nell’isola dell’Asinara. Il consiglio è quello di prenotare il tour dell’isola in 4x4, che vi permetterà una visita guidata dei vari siti di interesse naturalistico e archeologico/storico, tra cui il carcere di Cala d’Oliva, quello di Fornelli, e le magnifiche calette di Cala Sabina, Cala Trabuccato e Cala d’Arena, dove il mare è trasparente, pulitissimo e pieno di pesci. Asinara, inizialmente piccola comunità di pescatori, è in seguito diventata colonia penale, colonia agricola e lazzaretto fino ad essere trasformata in carcere di massima sicurezza (che ha ospitato, tra gli altri, Totò Riina) per poi essere convertita in Parco Nazionale nel 1997. Recentemente, l’isola è passata alle cronache nazionali quando, dal 24 febbraio 2010, per oltre un anno, un gruppo di lavoratori cassaintegrati della Vinyls (azienda del petrolchimico di Porto Torres) ha occupato il vecchio carcere di Cala d’Oliva in segno di protesta per riottenere il proprio posto di lavoro. Il consiglio è di passare la notte nell’unica struttura ricettiva, un tempo foresteria per le guardie carcerarie e ora tramutata in ostello piuttosto spartano, ma dall’atmosfera rilassante. Consumerete i pasti all’ostello, dormirete in camerate da 7 letti e condividerete il bagno con tante altre persone, ma i servizi sono puliti, il personale cortese e non mancheranno le occasioni per fare amicizia con altri ospiti. La sera, andate ad ammirare le stelle e ad ascoltare il silenzio. Inoltratevi nel piccolo centro di Cala d’Oliva. Poco dopo, sarete raggiunti dalla capra chiamata Andrea, che vi chiederà sale, zucchero e coccole; arriveranno i cinghiali, i numerosi gatti che popolano l’isola, e gli immancabili asinelli bianchi.
Abbandonata a malincuore l’Asinara, dal momento che il vostro traghetto attraccherà a Stintino, non perdetevi una delle spiagge più belle e famose (e anche più affollate, a dire il vero) della Sardegna: La Pelosa. Lottare per pochi centimetri di sabbia sarà il prezzo da pagare per godere dello spettacolo di un mare cristallino e calmo, e ne varrà proprio la pena.
Per terminare il vostro breve soggiorno in Sardegna, andate ad Alghero, nota anche come “piccola Barcellona” per via delle sue radici linguistiche catalane. Non fatevi mancare una passeggiata al tramonto lungo il bellissimo bastione sul mare e per le vie del centro storico, ammirate le vetrine dei tanti stilisti e artisti locali (tra essi, Antonio Marras) e mangiate in uno dei tantissimi ristorantini all’aperto. E dato che il giorno dopo dovrete riprendere il volo verso casa dal vicino aeroporto di Fertilia, non perdetevi la vivace vita notturna. Tornati a casa, non vi resterà che prenotare un altro volo, per poter continuare il giro della bellissima Sardegna: non ne potrete fare a meno, e magari stavolta vi farete un giro per l’interno, di sagra in sagra.
Claudia Tavani
Settembre 2013 - La Valletta, capolavoro indiscusso di Malta
Sono ormai ben cinque secoli che La Valletta vigila sul Mediterraneo. La capitale dell’arcipelago maltese è così diventata, nel corso degli anni, una delle città fortificate più importanti al mondo. Una piazzaforte che si è rivelata essere uno scrigno stracolmo di gioie: ogni angolo, anche il più recondito, brulica di tesori barocchi, rivelandosi una meta perfetta anche per un weekend fuori porta (grazie anche ai voli diretti da Milano e da Roma).
La struttura urbanistica a scacchiera de La Valletta ne agevola l’esplorazione in solitaria. Potreste iniziare dagli Upper Barrakka Gardens, situati sul bastione di San Pietro e Paolo, che offrono una splendida vista panoramica delle Tre Città: Vittoriosa, Senglea e Cospicua. Insieme a La Valletta, le tre roccaforti delimitano Grand Harbour, il porto più importante di Malta nonché il più grande di tutto il Mediterraneo, edificando un sistema di difesa che si è rivelato nel tempo inespugnabile.
Per poter poi ammirare le meraviglie barocche di cui trabocca la città - il cui centro storico è stato riconosciuto dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità – gironzolate senza fretta per i suoi stretti viottoli costeggiati da eleganti palazzi e graziose dimore dai balconi in legno. Gli splendidi edifici della confraternita dei Cavalieri di Malta si trovano tra le due principali arterie della città, Republic Street e Merchants Street.
Di rilievo il Grandmaster’s Palace – attualmente sede del Parlamento e residenza del Presidente della Repubblica – di cui è possibile visitare gli interni quando non sono in corso lavori parlamentari, e la Sacra Infermeria, edificata nel 1574 come ospedale per i cavalieri di Malta e divenuta oggi uno dei centri conferenzieri più grandi di tutta Europa.
D’obbligo la visita alla St. John’s Co-Cathedral, il cui aspetto austero non lascia intravedere nulla della frenesia barocca – di matrice italiana - e dei lussuosi ornamenti che arricchiscono l’interno. Persino il visitatore più profano resterà sbalordito di fronte a La decollazione di San Giovanni Battista, dipinta dal Caravaggio nel 1608, e alle 369 pietre tombali dei cavalieri - composte da marmi policromi intarsiati - che si succedono l’un l’altra lungo la navata centrale.
Anche l’affascinante Manoel Theatre merita una sosta. Il teatro, uno dei più antichi al mondo (fu costruito nel 1731 per fornire “una decente attività di svago per i Cavalieri”, come sostenuto dal Gran Maestro Manoel de Vilhena, di cui porta il nome), ospita oggi l’Orchestra Filarmonica nazionale. Realizzato in stile manierista italo-maltese con gli interni in puro rococò, le scalinate in marmo di Carrara e i candelieri di fattura viennese, il Manoel Theatre è dotato di due risorgive naturali, posizionate sotto il pavimento,cheregalano al pubblico un’acustica perfetta.
Nei paraggi del Manoel Theatre, su Republic Street, si trova la Casa Rocca Piccola, una casa-museo allestita secondo le usanze e le tradizioni locali: una passeggiata per le sue stanze, in compagnia della simpatica padrona, vi consentirà di immergervi negli usi e costumi della nobiltà maltese degli ultimi quattro secoli.
E se la stanchezza inizia a farsi sentire… risalite Republic Street fino a Queen’s Square, ove troneggia il monumento della regina Vittoria, e regalatevi un gelato al celebre Caffè Cordina, uno dei locali storici di Malta. Se invece sentite un buco allo stomaco puntante sulla gastronomia locale: un pastizz (sfoglia ripiena di ricotta fresca) o un hobz zib zejit (pane croccante al pomodoro) si riveleranno un ottimo spuntino prima di concedervi un pasto completo, possibilmente a base di coniglio (il piatto tradizionale della cucina maltese) che viene preparato in ben quaranta modi diversi.
E questo è solo un assaggio di quel che l’arcipelago offre ai suoi ospiti…
Diana Facile