Ottobre 2012
Il complesso di Angkor, in Cambogia, è uno dei siti sacri più celebri di tutta l’Asia. Considerato da molti come l’ottava meraviglia del mondo, nel 1992 è stato dichiarato dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità e figura oggi come un simbolo sulla bandiera nazionale.
Tappa obbligata per chi vuole visitare le rovine di Angkor è Siem Reap, tipica cittadina orientale che per la sua posizione strategica è diventata il fulcro turistico della Cambogia, un alveare con poco più di 200.000 anime in cui circolano biciclette, motorini e motociclette che generano un delizioso cafarnao.
Da Siem Reap si accede al sito di Ankgor che attualmente occupa una superficie di 400 km². Ai tempi del suo apogeo la città mitica contava 750.000 abitanti distribuiti su un’area di circa 1000 km². Con i suoi favolosi templi-montagna nascosti nel cuore della giungla e le figure in pietra avvolte dalla vegetazione invadente, il complesso monumentale sembra esistere dalla notte dei tempi e offre al visitatore uno scenario incantevole. Costruito dalla civiltà Khmer tra l’802 e il 1220, Angkor costituisce infatti una delle realizzazioni architettoniche più stupefacenti e meglio conservate dell’intero continente.
Secondo le teorie convenzionali, la scelta del territorio su cui venne edificato rispondeva ad esigenze militari strategiche e al potenziale agricolo della zona, mentre i ricercatori alternativi ritengono invece che la sua posizione e la disposizione dei suoi templi si basi su una geografia sacra planetaria dell’epoca arcaica e riprodurrebbe l’universo cosmologico induista.
Per oltre cinque secoli Angkor fu il...