Giugno 2016 - Ricorrono proprio nel mese di giugno di quest’anno i settant’anni di storia della Repubblica italiana.
Il 2 giugno 1946, infatti, gli italiani, e per la prima volta anche le donne, si apprestavano a votare per decidere se continuare ad essere una monarchia o se compiere un passo in avanti in direzione della democrazia. I risultati del referendum istituzionale misero in evidenza come il 54,3% del popolo italiano fosse ormai a favore di un sistema democratico. Così, esiliati i Savoia, ebbe inizio la nostra storia di Repubblica.
Per ricordare l’importante svolta avvenuta nel nostro Paese, il calendario del 2016 è stato costellato di eventi, incontri e manifestazioni che hanno coinvolto tutta la penisola.
Reggio Emilia ha dato il via alle celebrazioni con un convegno di studi nel mese di febbraio, seguita poi ad aprile e a maggio dalle attività organizzate da altri comuni come per esempio quelli di Siena e Reggio Calabria.
Perugia ha invece programmato, per il periodo compreso tra il 25 maggio e il 20 giugno, la mostra Settanta anni di vita politica della Repubblica Italiana articolata in quattro sedi (Biblioteca Augusta, Palazzo dei Priori, Palazzo Graziani e Palazzo Baldeschi al Corso) e che punta l’attenzione sui cambiamenti storici della nostra Repubblica resi attraverso i diversi sistemi di propaganda dei partiti e di comunicazione politica.
In occasione dell’anniversario vero e proprio, giovedì 2, sabato 4 e domenica 5 giugno, a Milano, la Darsena si prepara a trasformarsi in uno spazio pensato per il divertimento di bambini e adulti.
Le attività continueranno inoltre nei mesi autunnali sempre nel capoluogo lombardo, ma anche a Roma e a Trieste.
È dunque importante celebrare questa tappa fondamentale della nostra storia di cittadini che, per quanto oggi ci appaia lontana dal concetto di e-democracy al quale siamo abituati a partire dalla diffusione di Internet e che ci vede partecipanti attivi della vita politica, rimane un eccezionale punto di svolta come del resto ricorda chi, come Rosa L’Abbate, una delle donne che ha partecipato per la prima volta al voto in quell’occasione, ha scelto la repubblica: “Ho votato sempre per le persone che faticano”.
Un cambiamento, insomma, che ha comportato notevoli privilegi ed anche numerosi sacrifici che meritano, pertanto di essere così ricordati.
Veronica Elia
Dicembre 2015/Gennaio 2016 - La notizia di una mostra su una bambola ha diviso fin da subito l’opinione pubblica, ma a poco più di un mese dalla sua apertura, Barbie the icon sembra stia riscuotendo un notevole successo.
Non solo visi fanciulleschi ma anche uomini e donne di ogni età sono stati infatti attirati al Mudec di Milano, dove per l’appunto è in corso la mostra su Barbie che, inaugurata il 28 ottobre 2015, si concluderà il 13 marzo 2016.
La mostra, al contrario di quanto si possa pensare, non è rivolta soltanto alle bambine di oggi, ma anche a quelle di ieri. A questo proposito è stato proprio ideato un duplice percorso: uno dedicato soprattutto alle ammiratrici più giovani, caratterizzato da giochi e da una stanza che riproduce quella di Barbie a misura di bambino, e un altro più storico rivolto agli adulti. Si tratta dunque di un’esperienza molto differente da quella di Barbie Dreamhouse Experience, la casa museo a grandezza naturale, trionfo del rosa e paradiso delle bambine, progettata a Berlino nel 2013.
L’esposizione al Mudec, articolata in cinque sezioni precedute da una sala introduttiva, sembra invece aver raggiunto un pubblico più ampio, il quale si è avvicinato ancora una volta a quella che viene definita non solo una bambola ma addirittura un’icona globale. Non marginale è proprio la sovrapposizione di diverse icone: Barbie infatti non interpreta solo se stessa ma anche personaggi storici come Cleopatra, dive quali Audrey Hepburn e Marilyn Monroe e personaggi cinematografici come ad esempio Mary Poppins o le Pink Ladies di Grease.
Quindi la mostra non vuole essere semplicemente un viaggio attraverso il tempo e lo spazio (una sala è difatti dedicata alle varie etnie di Barbie), ma anche un modo per avvicinare le nuove generazioni ad icone che hanno segnato quelle passate.
Non mancano chiaramente le critiche da parte dei più scettici, i quali hanno visto in questa occasione un tentativo di rilanciare il marchio Barbie, o da parte di coloro che sostengono che un simile giocattolo possa influenzare negativamente l’immaginario dei bambini con stereotipi di bellezza o costringendo la loro fantasia in una direzione predefinita. In questo senso però si potrebbe dire che si stia sovraccaricando di un’eccessiva responsabilità il giocattolo Barbie, che rischia in tal modo di subire una snaturalizzazione.
Nel complesso però sembrerebbero prevalere i giudizi positivi: la mostra ospitata dal Mudec non scade nel kitsch, ma piuttosto ravviva con lustrini rosa i vecchi ricordi coperti di polvere nelle nostre memorie.
Veronica Elia
Gennaio 2014 - A Carrickfergus (Irlanda) fiamma il museo del Gas
Carrickfergus (in gaelico irlandese Carraig Fhearghais, 'Rocca di Fergus') è una graziosa ed antica località situata nell'Irlanda del Nord, sulla costa orientale, a pochi chilometri da Belfast.
Carrickfergus è un piccolo borgo dalle stradine strette, le case colorate e le vecchie botteghe, circondato dal mare che lo rende una località suggestiva. Il Castello è stato realizzato intorno al 1180 sul promontorio roccioso e si affaccia sul porto, in posizione strategica per il controllo al Belfast Lough. Il maniero fu in uso fino al 1928. Oggi il castello è stato restaurato ed è aperto al pubblico.
Il museo dell’officina del gas è una piccola galleria, unica nel suo genere, che ci conduce attraverso un percorso dettagliato a analizzare un aspetto importante della storia sociale e industriale irlandese.
Le officine del gas furono costurite a Carrickfergus nel 1855 e fino al 1967 hanno rifornito la città con il gas derivato dalla lavorazione del carbone. Successivamente a questa data il gas prodotto in questa piccola cittadina è stato convogliato gas a Belfast, fino alla chiusura della fabbrica nel 1987. Nel corso del 1800 e del 1900, gas di carbone è stato utilizzato per il calore e la luce. Dalla metà del 1900 il gas fu sostituito da elettricità e gas naturale.
L'officina è stata restaurata dal Carrickfergus Gasworks Preservation Society ed è un museo aperto al pubblico dal 2002. Gasworks Flame è uno delle 3 officine del gas ancora esistenti in Gran Bretagna e Irlanda. Vanta la più grande esposizione dell'Europa occidentale e una vasta collezione di elettrodomestici e documenti a gas.
Il Flame è ora l'unico luogo in Irlanda dove si può vedere come avveniva la trasformazione da carbone a gas. Il tour illustra il modo ingegnoso in cui il gas è stato estratto dal carbone. Il museo è gestito da volontari in collaborazione con Carrickfergus Borough Council e l'Agenzia per l'ambiente dell'Irlanda del Nord. L'ingresso è gratuito.
FIAMMA! IL MUESEO DELL’OFFICINA DEL GAS D’IRLANDA
44 Irish Quarter West, Carrickfergus, Co Antrim BT38 8AT
Telephone: 028 9336 9575
E-mail: info@flamegasworks.co.uk
Sito web: www.flamegasworks.co.uk
Monica Piccinno
Sono sempre più i turisti e le stesse agenzie viaggio che mi chiedono informazioni sugli accompagnatori turistici: da accompagnatrice patentata, rispondo una volta per tutte a questo dilemma su cui molto effettivamente si fantastica.
Prima di tutto è regolato dalla legge. Metto in fondo al messaggio l’esempio della legge regionale Lombardia n. 15 del 2007, nelle altre regioni cambia solo il numero e la data della legge, ma il testo è ricavato dalle leggi quadro in materia.
Esonerati dal titolo sono solo i dipendenti delle agenzie di viaggi ma per leggi sulla trasparenza di alcuni uffici dei consumatori questo deve essere segnalato ai clienti all’atto della prenotazione. Idem per i gruppi con capogruppo o altro, questi non è accompagnatore professionista. E i clienti se lo vogliono possono chiedere di visionare il titolo. Una volta scritto accompagnatore può essere un disservizio il fatto che non lo sia. Per cui meglio mettere “assistenza di personale incaricato dall’agenzia”.
E’ pur vero che ci sono patentati che non hanno mai accompagnato, ma questo lo reputo un problema loro. Hanno studiato, fatto gli esami. Poi probabilmente hanno capito che è una professione vocazione. Mentre è vero che sempre più persone senza titolo e senza qualifica effettuano questa professione..
E’ pur vero che ci sono persone senza titolo ma ottimi accompagnatori ed a questi mi sento solo di dire di fare lo sforzo di fare gli esami per avere anche quelle poche garanzie (anche giuridiche) che il titolo da. Infatti accompagnare non vuole solo dire “stare in compagnia”. Se uno sceglie un tour, specialmente in bus o combinato, è perché vuole entrare nel paese, conoscere ogni cosa. L’accompagnatore è il “collegamento” tra il paese di origine e quello che si va a visitare o che si attraversa.
E’ una professione con tanto di responsabilità civili e penali che ho racchiuso in alcune note/appunti di una mia pubblicazione per accompagnatori. Sì, perché anche se si fa male un passeggero e si sbagliano i consigli sulle pratiche dell’assicurazione medico bagaglio e questi non riceve rimborsi o assistenza gratuita prevista o altro si può essere richiamati. Cosa da considerare visto che sempre più persone “poco soddisfate” si rivolgono alle unioni dei consumatori.
Allo stesso tempo rispondo a chi mi chiede cosa è accompagnatore/guida. Una figura che non esiste in Italia. Uno o è accompagnatore o è guida locale. E la guida locale opera solo in alcuni ambiti regionali dove è autorizzata per superamento d’esami. E uno non può aver superato gli esami all’estero se non è stato residente per almeno un anno prima degli esami nello Stato scelto. Per cui per essere Guida di ogni Paese Europeo e tutta Italia ci vorrebbero almeno 3 vite. Se ce ne fosse uno sarebbe nel libro dei Guinness dei Primati. Ci sono stati dove esistono i “conferenzieri turistici” che sono guide viaggianti, cioè fungono anche da accompagnatori. Però c’è da dire che fanno degli esami molto più tosti culturalmente e dopo aver frequentato dei corsi: Esempio : Francia – Rep Ceca – Ungheria – Grecia ..e poche altre. E queste figure hanno un costo molto elevato per merito. E’ vero che un accompagnatore che svolge questa attività da anni è in grado di dire le stesse cose di una guida locale, aneddoti compresi, perché è l’esperienza e l’ascoltare che fanno (vedi me 33 anni), ma c’è sempre quel qualcosa che manca, quella domanda che il cliente fa su un particolare a cui non si è in grado di rispondere. O qualcosa comunque che mette in difficoltà. Le vere guide locali non sono mai “annoaianti” perché sanno come fare e s’immedesimano dopo pochi sguardi al gruppo che hanno da guidare. E’ vero, ci sono improvvisati in circolazione, come in ogni figura professionale di questo settore ormai. La storia dell’accompagnatore/guida è pertanto una cosa solo per dare più valore scritto ad un accompagnatore, che sicuramente ha una cultura invidiabile e l’esperienza gliel’ha marcata, e per risparmiare sui costi delle guide locali. Ogni tour operator e ogni agente di viaggio credo sia cosciente di come gestisce i propri gruppi e le proprie attività e sa i rischi che corre con improvvisati o altro.
E’ vero che non accompagno più assiduamente, ma continuo a farlo per restare informata e a praticare la professione. E’ pur vero che a titolo di lavoro gratuito per una associazione culturale tengo insieme ad altri patentati corsi di aggiornamento per agenti di viaggio che vogliono accompagnare e per accompagnatori alle prime armi dopo il superamento degli esami. Principalmente sulle questioni tecnico/ pratiche (anche delle assicurazioni e delle loro cose scritte in piccolissimo) e sulla geografia turistica, base fondamentale della professione.
Desidero far presente una cosa molto curiosa, negli anni d’oro del turismo in bus internazionale e forte incoming di lingua inglese in Italia, gli accompagnatori migliori erano considerati gli Italiani(si andava a prenderli anche a Londra), oggi da oltreoceano mandano i loro e prendono le guide locali. Una tradizione che abbiamo perso perché si è perso il senso di vocazione di questa professione. E gli accompagnatori loro gli costano molto di più, anche solo di volato. Rari sono gli Italiani che hanno continuato sulle orme passate, ma per fortuna qualcuno c’è.
Legge:
TITOLO IV
ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI GUIDA TURISTICA E ACCOMPAGNATORE TURISTICO
Art. 66
(Figure professionali)
1. Il presente Titolo disciplina l'accesso, l'abilitazione e l'esercizio delle professioni di guida turistica e accompagnatore turistico.
2. La qualifica di guida turistica è attribuita a chi, per attività professionale, accompagna persone singole o gruppi di persone nelle visite ad opere d'arte, a musei, a gallerie, a scavi archeologici, illustrando le attrattive storiche, artistiche, monumentali, paesaggistiche, naturali, etnografiche e produttive.
3. La qualifica di accompagnatore turistico è attribuita a chi, per attività professionale, accompagna persone singole o gruppi di persone nei viaggi sul territorio nazionale o all'estero, cura l'attuazione del programma turistico predisposto dagli organizzatori, dà completa assistenza ai singoli o ai gruppi accompagnati, fornisce elementi significativi o notizie di interesse turistico sulle zone di transito al di fuori dell'ambito di competenza delle guide turistiche anche in occasione di semplici trasferte, arrivi e partenze di turisti. Tale qualifica corrisponde a quella di corriere di cui all'articolo 19, comma 1, numero 2, del DPR 24 luglio 1977, n. 616 (Attuazione della delega di cui all'art. 1 della l. 22 luglio 1975, n. 382).
4. L'esercizio delle professioni di cui ai commi 2 e 3 non è consentito negli ambienti naturali montani per quanto concerne le attività specificamente demandate ai maestri di sci, alle guide e aspiranti guide alpine e agli accompagnatori di media montagna dalla legge regionale 8 ottobre 2002, n. 26 (Norme per lo sviluppo dello sport e delle professioni sportive in Lombardia) e dal regolamento regionale attuativo 6 dicembre 2004, n. 10, sulla promozione e la tutela delle discipline sportive della montagna.
Art. 67
(Accesso alle professioni turistiche)
1. Si accede alla professione di guida turistica e di accompagnatore turistico previo ottenimento dell'abilitazione rilasciata alternativamente a seguito di:
a) superamento dell'esame di idoneità relativo a ciascuna professione sostenuto ai sensi dell'articolo 68;
b) superamento dell'esame di accertamento di idoneità effettuato dopo la frequenza di corsi di formazione professionale ai sensi della legge regionale 7 giugno 1980, n. 95 (Disciplina della formazione professionale in Lombardia).
Art. 68
(Esami per il rilascio dell'abilitazione di guida turistica e accompagnatore turistico)
1. Il rilascio dell'abilitazione per l'esercizio della professione di guida turistica e accompagnatore turistico è subordinato all'esito favorevole di prove d'esame scritte ed orali, distinte per ciascuna professione, finalizzate all'accertamento della formazione professionale, della base culturale e delle capacità tecniche del richiedente, sostenute avanti alle apposite commissioni giudicatrici previste dall'articolo 69.
2. Ogni anno la provincia indice la sessione d'esame, fissando le modalità di effettuazione delle prove ed i termini entro i quali devono essere presentate le domande di ammissione
Rita Fuccillo