venerdì 26 aprile 2024
 
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Musei&Mostre

Giugno 2016 - Ricorrono proprio nel mese di giugno di quest’anno i settant’anni di storia della Repubblica italiana.
Il 2 giugno 1946, infatti, gli italiani, e per la prima volta anche le donne, si apprestavano a votare per decidere se continuare ad essere una monarchia o se compiere un passo in avanti in direzione della democrazia. I risultati del referendum istituzionale misero in evidenza come il 54,3% del popolo italiano fosse ormai a favore di un sistema democratico. Così, esiliati i Savoia, ebbe inizio la nostra storia di Repubblica.
Per ricordare l’importante svolta avvenuta nel nostro Paese, il calendario del 2016 è stato costellato di eventi, incontri e manifestazioni che hanno coinvolto tutta la penisola.
Reggio Emilia ha dato il via alle celebrazioni con un convegno di studi nel mese di febbraio, seguita poi ad aprile e a maggio dalle attività organizzate da altri comuni come per esempio quelli di Siena e Reggio Calabria.
Perugia ha invece programmato, per il periodo compreso tra il 25 maggio e il 20 giugno, la mostra Settanta anni di vita politica della Repubblica Italiana articolata in quattro sedi (Biblioteca Augusta, Palazzo dei Priori, Palazzo Graziani e Palazzo Baldeschi al Corso) e che punta l’attenzione sui cambiamenti storici della nostra Repubblica resi attraverso i diversi sistemi di propaganda dei partiti e di comunicazione politica.
In occasione dell’anniversario vero e proprio, giovedì 2, sabato 4 e domenica 5 giugno, a Milano, la Darsena si prepara a trasformarsi in uno spazio pensato per il divertimento di bambini e adulti.
Le attività continueranno inoltre nei mesi autunnali sempre nel capoluogo lombardo, ma anche a Roma e a Trieste.
È dunque importante celebrare questa tappa fondamentale della nostra storia di cittadini che, per quanto oggi ci appaia lontana dal concetto di e-democracy al quale siamo abituati a partire dalla diffusione di Internet e che ci vede partecipanti attivi della vita politica, rimane un eccezionale punto di svolta come del resto ricorda chi, come Rosa L’Abbate, una delle donne che ha partecipato per la prima volta al voto in quell’occasione, ha scelto la repubblica: “Ho votato sempre per le persone che faticano”.
Un cambiamento, insomma, che ha comportato notevoli privilegi ed anche numerosi sacrifici che meritano, pertanto di essere così ricordati.
  
Veronica Elia

Maggio 2016 - Questa dolcissima attrazione inserita nel Museo Svizzero dei Trasporti, offre un viaggio in un mondo multimediale che illustra ai visitatori in modo avvincente tutto ciò che val la pena di sapere sulla scoperta, la provenienza, la produzione e il trasporto del cioccolato, attraverso lo stimolo di vista, udito e gusto. L'esposizione è stata realizzata su una superficie di 700 m2, visitabile attraverso dieci vetture che possono sei persone  per un tour di circa  25 minuti.
I visitatori iniziano il viaggio entrando in un ascensore che ha la forma di un container per il trasporto di merci, dove vengono trasportati con una nave fino all'Africa occidentale e arrivano in una delle principali regioni di coltivazione del cacao. Gli schermi panoramici all'interno del container creano l'atmosfera del viaggio marittimo e dell'attracco nel porto. Vengono illustrati l'intera filiera produttiva e la catena di trasporto, dalla coltivazione del cacao, al trasporto in Svizzera, fino alla fabbricazione e alla distribuzione del cioccolato come prodotto finito.
Lungo il viaggio, i visitatori passano per quattro isole a tema che si integrano a vicenda. Nella foresta vergine possono apprendere maggiori dettagli sulla coltivazione e il raccolto delle fave di cacao, mentre nello Swissness Diorama viene presentata l'agricoltura svizzera, che fornisce latte e zucchero, due altre materie prime necessarie per la produzione. Nel mondo dei pionieri del cioccolato si incontrano coloro che hanno aperto la strada che ha reso famoso in tutto il mondo il  buonissimo cioccolato svizzero. Sono stati François-Louis Cailler, Philippe Suchard, Daniel Peter, nonché Rodolphe Lindt e Rudolf Sprüngli, che con il loro spirito inventivo e imprenditoriale hanno fornito contributi fondamentali per questo sviluppo. Per coronare la conclusione del viaggio, i visitatori entrano in una scatola di praline, nella quale si può anche degustare il cioccolato.
Oltre alle isole a tema, ci sono quattro specialisti che parlano del loro lavoro quotidiano. Tutti e quattro contribuiscono a trasformare le fave di cacao in delizioso cioccolato. L'amministratore del cacao in Ghana, l'addetto acquisti in Svizzera e la maestra cioccolataia, che provvede a controllare la qualità delle fave di cacao al loro arrivo. Da ultimo il maȋtre chocolatier rivela qual è il suo cioccolato preferito e spiega ai visitatori i segreti della produzione del cioccolato.
Swiss Chocolate Adventure è il frutto di una riuscita collaborazione fra la Lindt Chocolate Competence Foundation e il Museo Svizzero dei Trasporti. Entrambe le istituzioni operano a favore di tipici valori svizzeri, come tradizione, spirito pionieristico e innovativo, contribuendo così a rafforzare il marchio della Svizzera. Insieme vogliono abbinare il tema del cioccolato, quale prodotto svizzero di qualità, al tema dei trasporti.
Per il presidente della Lindt Chocolate Competence Foundation, Ernst Tanner, questo progetto è molto importante: «Quando si tratta di far percepire la swissness all'interno e all'estero, l'industria cioccolatiera svizzera svolge un ruolo di importanza fondamentale. Per diffondere ancora di più e portare nel mondo l'eccellente reputazione del cioccolato svizzero, come pure le conoscenze e la competenza concernenti l'origine delle materie prime e la produzione del cioccolato, la Fondazione si impegna attivamente per garantire durevolmente alla Svizzera la sua posizione di produttore.»
Oltre agli attuali gruppi, con la nuova attrazione il Museo Svizzero dei Trasporti intende attirare un maggior numero di visitatori esteri. «Questa collaborazione strategica favorisce l'obiettivo del Museo dei Trasporti di mettere meglio in evidenza il tema del trasporto di merci e quindi di sottolineare l'importanza del traffico. Per di più permette di rivolgersi ai turisti con un prodotto tipicamente svizzero» spiega Martin Bütikofer, direttore del Museo dei Trasporti. Questa attrazione viene spiegata in italiano, francese, tedesco, inglese, spagnolo e cinese (mandarino). La direzione di tutto il progetto (ideazione, pianificazione media, luci e percorso) è stata affidata alla iart ag di Basilea. Il contenuto del progetto, la scenografia e l'arredamento dell'esposizione sono stati forniti dall'Atelier Brückner di Stoccarda.
 
Per orari d'apertura e prezzi d'ingresso consultare il sito: https://www.verkehrshaus.ch/it/swiss-chocolate-adventure
 
Veronica Tessadro
Aprile 2016 - A Siena Arte in vetrina ospita “A mano” personale di Alessandro Grazi. Dal 31 marzo al 16 aprile l’artista espone le sue ultime pitture e sculture e il 16 aprile “si mette in vetrina” mostrando al pubblico alcune delle sue tecniche. L’artista torna nella Galleria Beaux Arts di via Montanini, lo spazio dove 25 anni fa iniziò la sua felice attività espositiva e lo fa in maniera insolita.
Grazi infatti, oltre a presentare la produzione di sculture e pitture più recenti che nascono dall’osservazione della società e dalla sua peculiare interpretazione dell’attualità, sarà chiamato a “mettersi in vetrina”. Il 16 aprile armato dei suoi strumenti di lavoro, incontrerà il pubblico mostrando “live” le tecniche che caratterizzano la sua ricerca artistica.
 
A mano” nasce proprio dalla volontà di raccontare il grande lavoro manuale che supporta quello creativo. Nelle opere di Alessandro Grazi la materia si scompone e si ricompone attraverso passaggi complessi che uniscono legno, stoffe, gesso, cartone, vetro, materiali su cui poi l’artista interviene con combustioni, graffiti, pastelli, colori acrilici, colori a olio.
 
“A mano” diventa l’occasione per mettere in evidenza gli aspetti più unici della Galleria Beaux Arts che nasce 40 anni fa come “laboratorio” creativo nel cuore del centro storico senese: uno spazio dove il pubblico può incontrare artisti e artigiani, saperne di più del loro lavoro tra tradizione e contemporaneità.
 
 Arte in vetrina, proseguirà fino al prossimo luglio: otto artisti contemporanei si alterneranno in mostre personali in un contesto che unisce saperi e ricerche differenti. Il visitatore potrà entrare (ad ingresso gratuito) in una vera e propria bottega d’arte dove, come accadeva nel medioevo, l’operato di pittori, scultori, incisori e ceramisti sarà in mostra accanto a quello degli artigiani che lavorano a servizio dell’arte.
 
ARTE IN VETRINA
Galleria Beaux Arts (via Montanini, 38 Siena). Ingresso gratuito
Orario: lunedì dalle ore 16 alle ore 19,30
dal martedì al sabato dalle ore 9.30 alle ore 13 e dalle 16 alle 19.30
domenica chiuso
Info: tel 0577 280759;  www.artsiena.com
 

Dicembre 2015/Gennaio 2016  - La notizia di una mostra  su una bambola ha diviso fin da subito l’opinione pubblica, ma a poco più di un mese dalla sua apertura, Barbie the icon sembra stia riscuotendo un notevole successo.
Non solo visi fanciulleschi ma anche uomini e donne di ogni età sono stati infatti attirati al Mudec di Milano, dove per l’appunto è in corso la mostra su Barbie che, inaugurata il 28 ottobre 2015, si concluderà il 13 marzo 2016.
La mostra, al contrario di quanto si possa pensare, non è rivolta soltanto alle bambine di oggi, ma anche a quelle di ieri. A questo proposito è stato proprio ideato un duplice percorso: uno dedicato soprattutto alle ammiratrici più giovani, caratterizzato da giochi e da una stanza che riproduce quella di Barbie a misura di bambino, e un altro più storico rivolto agli adulti. Si tratta dunque di un’esperienza molto differente da quella di  Barbie Dreamhouse Experience, la casa museo a grandezza naturale, trionfo del rosa e paradiso delle bambine,  progettata a Berlino nel 2013.
L’esposizione al Mudec, articolata in cinque sezioni precedute da una sala introduttiva, sembra invece aver raggiunto un pubblico più ampio, il quale si è avvicinato ancora una volta a quella che viene definita non solo una bambola ma addirittura un’icona globale. Non marginale è proprio la sovrapposizione di diverse icone: Barbie infatti non interpreta solo se stessa ma anche personaggi storici come Cleopatra, dive quali Audrey Hepburn e Marilyn Monroe e personaggi cinematografici come ad esempio Mary Poppins o le Pink Ladies di Grease.
Quindi la mostra non vuole essere semplicemente un viaggio attraverso il tempo e lo spazio (una sala è difatti dedicata alle varie etnie di Barbie), ma anche un modo per avvicinare le nuove generazioni ad icone che hanno segnato quelle passate.
Non mancano chiaramente le critiche da parte dei più scettici, i quali hanno visto in questa occasione un tentativo di rilanciare il marchio Barbie, o da parte di coloro che sostengono che un simile giocattolo possa influenzare negativamente l’immaginario dei bambini con stereotipi di bellezza o costringendo la loro fantasia in una direzione predefinita. In questo senso però si potrebbe dire che si stia sovraccaricando di un’eccessiva responsabilità il giocattolo Barbie, che rischia in tal modo di subire una snaturalizzazione.
Nel complesso però sembrerebbero prevalere i giudizi positivi: la mostra ospitata dal Mudec non scade nel kitsch, ma piuttosto ravviva con lustrini rosa i vecchi ricordi coperti di polvere nelle nostre memorie.
 
Veronica Elia

Gennaio 2014 - A Carrickfergus (Irlanda) fiamma il museo del Gas
Carrickferg
us (in gaelico irlandese Carraig Fhearghais, 'Rocca di Fergus') è una graziosa ed antica località situata nell'Irlanda del Nord,  sulla costa orientale, a pochi chilometri da Belfast.

È la più antica cittadina della contea e prende il nome da Fergus Mór mac Eirc, re supremo di Dál Riata nel VI secolo. Decantata in una celebre canzone folk irlandese, chiamata appunto Carrickfergus e interpretata da vari artisti irlandesi, è inoltre rinomata per un interessante castello del XII secolo, uno dei manieri normanni meglio conservati in Irlanda, la Chiesa di San Nicola,  la graziosa marina e non in ultimo per il Museo dell’officina del gas.

Carrickfergus è un piccolo borgo dalle stradine strette, le case colorate e le vecchie botteghe, circondato dal mare che lo rende una località suggestiva. Il Castello è stato realizzato intorno al 1180 sul promontorio roccioso e si affaccia sul porto, in posizione strategica per il controllo al Belfast Lough. Il maniero fu in uso fino al 1928. Oggi il castello è stato restaurato ed è aperto al pubblico.
Il museo dell’officina del gas è una piccola galleria, unica nel suo genere, che ci conduce attraverso un percorso dettagliato a analizzare un aspetto importante della storia sociale e industriale irlandese.
Le officine del gas furono costurite a Carrickfergus nel 1855 e fino al 1967 hanno rifornito la città con il gas derivato dalla lavorazione del carbone. Successivamente a questa data il gas prodotto in questa piccola cittadina è stato convogliato gas a Belfast, fino alla chiusura della fabbrica nel 1987. Nel corso del 1800 e del 1900, gas di carbone è stato utilizzato per il calore e la luce. Dalla metà del 1900 il gas fu sostituito da elettricità e gas naturale. 
L'officina è stata restaurata dal Carrickfergus Gasworks Preservation Society ed è un museo aperto al pubblico dal 2002. Gasworks Flame è uno delle 3 officine del gas ancora esistenti in Gran Bretagna e Irlanda. Vanta la più grande esposizione dell'Europa occidentale e una vasta collezione di elettrodomestici e documenti a gas.
Il Flame è ora l'unico luogo in Irlanda dove si può vedere come avveniva la trasformazione da carbone a gas. Il tour illustra il modo ingegnoso in cui il gas è stato estratto dal carbone.  Il museo è gestito da volontari in collaborazione con Carrickfergus Borough Council e l'Agenzia per l'ambiente dell'Irlanda del Nord.  L'ingresso è gratuito.
 
FIAMMA! IL MUESEO DELL’OFFICINA DEL GAS D’IRLANDA
44 Irish Quarter West, Carrickfergus, Co Antrim BT38 8AT
Telephone: 028 9336 9575
E-mail: info@flamegasworks.co.uk
Sito web: www.flamegasworks.co.uk

Monica Piccinno
 

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