domenica 05 maggio 2024
 
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L'editoriale

Dicembre '18/Gennaio '19 - D'inverno fa freddo. Si sa. E a volte nevica. Si sa. Pensate che in alcuni casi capita anche che di notte si formi del ghiaccio, soprattutto sul parabrezza delle nostre auto. Vi siete stupiti? Immagino di no. Ma potrete farlo pensando all'aeroporto di Brindisi, dove il ghiaccio sulle ali di un aereo è stato rimosso con un sistema italico, ossia con dei secchi di acqua calda gettata sulle ali. Il tutto ripreso da un parlamentare che ha immediatamente postato il video, aprendo un'interrogazione. Dalla direzione dell'aeroporto di Puglia fanno sapere che  "al fine di evitare immotivate preoccupazioni in materia di sicurezza e di chiarire, si spera in via definitiva, quanto emerso dalla pubblicazione del video, l'esecuzione del de-icing, procedura standard (SAE International) in vigore che consente - con temperature al suolo maggiori o uguali a 0°C - l'utilizzo di acqua calda a 60°C".
Vi siete tranquilliazzati ora? Io non tanto, perchè è risaputo che l'acqua raffreddandosi forma altro ghiaccio, dipende quindi da come viene effettuata l'operazione. Vero che si tratta di un aeroporto del sud, ma non posso credere che nessuno abbia mai previsto l'eventualità che le temperature possano andare sotto lo zero termico!
Il punto è però un altro: come al solito il video ha fatto il giro del mondo e come regalo di Natale da tutto il mondo ci hanno regalato una bella serie di prese in giro come non ne arrivavano da tempo. 

E allora buon anno nuovo a tutti, anche all'aeroporto di Brindisi!

Il direttore
 

Novembre 2018 - D&G fanno harakiri in Cina. Colpa di uno spot che ormai tutti abbiamo visto e rivisto, ma che sta avendo e avrà forti ripercussioni non solo per l'industria italiana della moda, ma anche per gli altri brand italiani presenti nel paese più popoloso del mondo.

Un autogol clamoroso, non solo per gli spot tacciati di razzismo da parte dei cinesi (l'intendo era scherzoso, ma non si scherza sul cibo e sulle bacchette!), ma probabilmente perchè non si è minimamente pensato di analizzare usi e tradizioni, cultura e società, ma si è solo preteso di portare internazionalizzazione ad ogni costo all'interno di un paese molto differente dal nostro.  Può una multinazionale così grande commettere un simile errore? I cinesi sono un popolo che ha un fortissimo senso di appartenza alle tradizioni, è un pò come se loro fossero venuti da noi a venderci i loro prodotti e prendessero in giro pasta e pizza mangiate con forchette e coltello... anzi no, a dirla tutta noi non siamo in grado di capire il danno fatto, ci avremmo riso su, e avremmo stappato una bottiglia di vino ridendo a crepapelle.
Ma l'errore sicuramente più grosso lo ha commesso Stefano Gabbana insultando via social chi aveva osato criticarlo, insulto che si è trasformato in un boomerang verso tutto il popolo cinese, in pratica come versare un enorme bidone di benzina su un fuoco che arde in piazza Tien An Men davanti ai carrarmati... una figura ancora più ridicola quanto ha pensato bene di dare la colpa del post ad un fantomatico hacker! Si poteva sbagliare ancora di più? NO!
Risultato: evento promozionale cancellato, prodotti D&G banditi dai siti di vendita cinesi. milioni di fatturato sfumati e chissà per quanti anni...

La morale perchè che dobbiamo imparare da tutto questo è una sola: da loro in governo conta molto, moltissimo, e l'unità del paese esiste davvero, al contrario di noi che l'abbiamo persa da decenni...

Buon viaggio in CIna a tutti, tranne a Stefano&Domenico, che chissà per quanti anni non potranno metterci piede...

Il Direttore
Luca Mantegazza

 

Ottobre 2018 - Chi sbaglia paga. Ce lo insegnavano da bambini, ma diventando adulti ci siamo accorti sempre più che non solo questo, ma anche molti degli insegnamenti dei nostri genitori ormai sembrano un lontano ricordo lontano anni luce dalla realtà del nuovo secolo.
E' forse anche per questo che ci stupiamo di come in un paese tradizionalmente molto ligio alle tradizioni e al rispetto delle regole come il Giappone, chi commette un errore sia capace di chiedere scusa pubblicamente. Attenzione però, nel Sol Levante le scuse non sono certo di ciscostanza, ma davvero reali. Ricordo ancora nel mio primo viaggio a Tokyo, in visita all'azienda dove lavorava mio fratello Fabio, quel giorno non si facesse la pausa pranzo... tutti lavorano con il lutto al braccio e avevano deciso di saltare il consueto (brevissimo, inutile dirto!) rituale del pasto con un motivo molto semplice: uno sciopero. Avete capito bene: non si incrociano le braccia o si resta a letto a poltrire come nel Belpaese, ma si lavora di più, e questo, potete credermi sulla parola, creava nel presidente dell'azienda un turbamento reale e una riflessione profonda sui motivi dello sciopero.
In tempi più recenti per venire a noi, altri due esempi. Nel primo, le scuse pubbliche dei dirigenti della linea ferroviara Tsukuba Express, che hanno erroneamente fatto partire il treno con ben 20 secondi di anticipo per un errore informatico. Nessuno ha perso il treno per questo, ma la compagnia ha ritenuto di doversi scusare per l'accaduto promettendo - nemmeno a dirlo - che l'inconveniente non si verificherà mai più.
L'ultimo in ordine di tempo è invece il ritardo nel volo della Japan Airlines per colpa di un inaspettato uragano. Forza maggiore, direte voi? Assolutamente si, ma non per questo il personale ha ritenuto opportuno non esimersi dalle scuse in prima persona, porgendo il tradizionale inchino a tutti i passeggeri costretti ad attendere l'atterraggio dell'aeromobile. C'è poco da dire, c'è poco da commentare: fin dal tempo dei samurai in Giappone chi sbagliava faceva harakiri pagando in prima persona, da noi è sempre colpa di qualcun altro, finchè la giustizia dopo decenni non affermerà che invece non era colpa di nessuno...

Buon Giappone a tutti.

Luca Mantegazza

 
Agosto/Settembre 2018 - Booking.com è da sempre croce e delizia nel mondo dei viaggi. Il portale è odiato dalle agenzie viaggi almeno quanto è amato dai turisti fai-da-te che in pochi click possono prenotare hotel in tutto il mondo a prezzi spesso molto vantaggiosi.
Questa volta si parla del gigante di prentoazioni alberghiere perchè avrebbe violato il codice di Autodisciplina Pubblicitaria, con l'autorità che chiede il blocco di un messaggio pubblicitario che promette la possibilità di cancellare gratuitamente le prenotazioni (“Cancellazione gratuita per la maggior parte delle camere”). Il perchè è presto detto: il messaggio è stato ritenuto ingannevole ai sensi del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale, in quanto “induce in errore il pubblico in merito alla vantata gratuità della possibilità di cancellare la propria prenotazione”.
Per Alessandro Nucara, direttore di Federalberghi: «Basta consultare un qualsiasi portale per accorgersi che la prenotazione non cancellabile costa meno della prenotazione cancellabile. Quindi, la libertà di cancellare ha un prezzo e non può essere qualificata come gratuita. Questa differenza di prezzo è normale e serve a compensare, sia pur in minima parte, gli oneri che l’impresa sostiene per la gestione delle disdette e il danno che si genera nel caso in cui la camera rilasciata all’ultimo momento rimanga invenduta. Ma le condizioni devono essere trasparenti. Se affermi che la cancellazione è gratuita stai raccontando una frottola».
Personalmente, e forse è la prima volta che difendo Booking.com, non sono d'accordo, la legge è legge, e le parole sono molto chiare: la cancellazione della mia prenotazione è gratuita, punto e basta. Rigiriamo il tutto? Possiamo facilmente leggerlo al contrario: non è la tariffa cancellabile che costa di più, bensì è la tariffa non cancellabile che costa meno. Facile, pulito, lampante. Chi non è d'accordo alzi la mano e prenoti direttamente in agenzia viaggi.
Questa volta niente furbate, giri di parole o presunti tentativi di depistaggio del cliente: la nostra libertà è quella di decidere se desideriamo ritenerci liberi di cancellare oppure se desideriamo - ripeto, a fronte di uno sconto - prenotare con penale e sperare che non ci siano impedimenti al nostro viaggio. Con buona pace di tutti gli azzeccagarbugli..

Buona prenotazione a tutti!

Il direttore
Luca Mantegazza

 
 
Giugno/Luglio 2018 - I viaggi di lusso sono già da diversi anni una realtà molto importante nel panorama turistico internazionale. I Big Spender amano infatti non solo viaggiare in destinazioni esotiche esclusive come per esempio Seychelles, Fiji e Polinesia Francese, ma sono sempre più alla ricerca di soluzioni lussuone quanto stravaganti per stupire se stessi e gli altri, una volta rientrati dal viaggio. E questo la catena Conrad l'ha ben capito, al punto da aprire nel proprio resort Rangali alle Maldive una vera e propria villa subaquea completa di tutto, bagno, soggiorno e naturalmente ampia camera matrimoniale, con la partirà appunto che tutti gli ambienti si trovano completamente circondati dall'oceano a 5 metri di profondità.
La villa si chiama Muraka, che in maldiviano significa "corallo", e sarà collegata a una struttura superiore di ben 550 mq con altre camere, terrazze sul mare, e addirittura un bar privato e una palestra in esclusiva.
A chi ci soggiornerà vada un briciolo della nostra invidia, almeno in questo ci sia concesso...
Del costo intanto non è ancora dato a sapere ma in questo caso vale un vecchio detto: se devi chiedere il prezzo vuol dire che... non te la puoi permettere!

Buona prenotazione a tutti!

Il direttore
Luca Mantegazza
Maggio 2018 - SI chiama "Agenzia viaggi della Vanna", ed è una splendida iniziativa della scuola dell'infanzia di Agno, un piccolo comune svizzero del luganese a pochi chilometri dal confine italiano. Chi entra in questa agenzia non vuole comprare una vacanza: vuole solo fare viaggiare con la fantasia, perchè la Vanna non vende voli aerei, hotel o pacchetti, ma vende sogni. Entrare nella saletta appositamente creata accanto al Comune di Agno, in pieno centro, significa infatti visitare idealmente i 5 continenti, vedere fotografie e disegni, leggere testi, racconti e descrizione, ma anche toccare con mano i tanti oggetti locali che sono stati via via raccolti da insegnanti e genitori, per permettere ai tanti studenti di prendere contatto con la diversità dei vari paesi.
Dal Brasile alle Seychelles, dagli Stati Uniti all'Italia, dalla Cina alla Grecia passando per Malta e il Sudafrica... 
Un plauso allora a questa iniziativa, perchè si può davvero viaggiare anche solo con la fantasia.

Il direttore
Luca Mantegazza
 
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