Maggio 2017 - C'era una volta un'isola di nome Karpathos, tradotta in italiano Scarpanto. Nasce a metà strada tra Creta e Turchia, fa parte delle isole del Dodecanneso ed è la seconda in ordine di grandezza. Sicuramente la più bella e inaspettata.
E' stretta e lunga e le sue misure sono: 49 chilometri di lunghezza 11 di larghezza, nel punto più stretto solo 6 e il suo perimetro è di 160 chilometri dove troverete, paesini e spiagge che vi affascineranno sempre e comunque. L'aspettativa alla prenotazione era di una classica isola greca, fatta di locali, tanto turismo, panorami tipici e case bianche con tetti azzurri, non che questo manchi, ma su questa isola troverete anche qualcosa in più.
Pigadia è il capoluogo, qui troverete la via dello struscio: una lunga via tappezzata di negozi di souvenir, boutique, ristoranti, pub, locali e il maggior movimento dell'isola, il paese termina con il porto, da dove partono escursioni ogni mattina e dove l'acqua del mare è incredibilmente azzurra e cristallina, questo è il primo impatto perchè ho deciso che questa località è il posto dove dormirò per questa settimana.
Mi metto a caccia di un mezzo, e dopo qualche passo nei pressi della città, scelgo uno tra i diversi centri di noleggio. La signora che mi accoglie ha questa aria malfidente, mi osserva con sguardo di sfida, non vorrebbe nemmeno aiutarmi, ma poi capisce sono italiana e il suo volto si riempie di un sorriso pieno, fiero e gentile. Mi dice di tornare il giorno dopo per il ritiro del mezzo, un cinquantino un po' usurato e vecchiotto, ma adatto al genere di vacanza che cerco. L'indomani mi lascia una cartina, la guardo, la giro e rigiro, ma poi decido vado a casaccio, da qualche parte arriverò.
Non ho una meta e quindi seguo la strada e mi faccio guidare dal vento e dalla strada che scorre, arrivo in questa spiaggia sulla costa orientale dell'isola di nome Apella Beach.
La strada che mi porta alla spiaggia lasciando alle spalle la strada principale è alternata da diverse conformazioni geologiche, tra cui promontori, strapiombi, rocce stratificate e strati argillosi, corsi d'acqua, colline, montagne.
Tutto questo da vita a un paesaggio naturale, variegato e sicuramente bellissimo, penso che sia un contesto unico, ma nei giorni a seguire mi renderò conto che le più belle spiagge di acqua cristallina di questa isola, su entrambi i versanti, regalano un viaggio su questi panorami che mozzano il fiato e ti fanno sentire lontanissimo dall'idea della classica Grecia.
Le altre spiagge da non perdere sono: Diakoftis beach, Damatria beach, Amoopy Bay, Kyra Panagia, Achata beach, Makri Gialos beach, Lefkos beach, Agios Nikolaos beach ognuna di loro con una particolarità, ma con un comun denominatore: all'ora di pranzo, nelle ore più calde, queste spiagge si svuotano e restano delle piccole oasi desertiche dove godersi del tempo in compagnia solo della propria ombra. Un sogno.
Se fate solo una settimana cercate di fare più di una spiaggia in una giornata perchè sono tantissime (circa una settantina) e in moltissime la vegetazione tende ad arrivare fino al livello del mare riflettendo le mille sfumature di verde nell'azzurro del mare e le rocce nelle spiagge di ciottoli e sabbia; tutte sono raggiungibili via terra, talvolta con sterrati di una certa difficoltà, alcune solo via mare, potrete quindi scegliere quella più adatta a voi.
La vegetazione è tipica e prettamente mediterranea, vengono coltivate olivi, fichi, ortaggi, vite.
La fauna è variegata di uccelli e pesci tra cui non mancano tartarughe e foche e la flora, come già detto, regalano un aspetto del tutto particolare. Il monte più alto è chiamato Kali Amini sorge nella zona centro nord dell'isola è misura 1251 m. s.l.m. Troverete siti archeologici risalenti all'era preistorica fino all'epoca romana e bizantina
Quello che di certo non manca è il folclore e le tradizioni, gelosamente custodite e proposte nei numerosi eventi che si svolgono soprattutto nel periodo estivo, musiche, balli, piatti tradizionali e vino locale la fanno da padrona. Dedicate una giornata alla città di Olimpo, sul versante occidentale, è un piccolo villaggio arroccato particolarmente conosciuto per il suo magnifico panorama, per il più romantico dei tramonti e per i suoi antichissimi mulini a vento.
Non spaventatevi del vento, il meltemi, soffia costante sull'isola di Karpathos, rendendola la meta preferita dei surfisti di tutto il mondo, sono impetuosi d'estate colpendo la costa occidentale, ma vi assicuro che le temperature sono alte e "Mr. Meltemi" diventerà un vero e proprio alleato durante il vostro soggiorno.
Per quanto riguarda la cucina, le tipiche specialità greche non mancheranno, feta, pomodori, olive, agnello cotto a legna, stufato, alla griglia, ma sorprendetevi assaggiando una specialità locale, che non troverete in nessun altra isola e non fatevi ingannare dal nome perchè sono veramente buonissimi: Makarounes. Non imitano assolutamente i maccheroni italiani, non vuole essere una rivisitazione, sono loro, una specialità locale se siete in zona fermatevi al ristorante Elinikon a Pigadia, atmosfera tipica e ottimo rapporto qualità/prezzo!
Purtroppo è arrivato il mio ultimo giorno, ho salutato il mio scooter riconsegnandolo, ho salutato il mare, il profumo di timo e mirto che mi inondava nei miei tragitti, ho ripercorso per l'ultima volta la strada per l'aeroporto e sono tornata a casa. Lascio questa isola con la tristezza per un rientro in città, non voluto, ma con la ricchezza che ogni passo percorso, ogni paesaggio attraversato e ogni persona incontrata rimarrà nei miei pensieri, quei pensieri che più della sabbia mi bruciano gli occhi, questi stessi occhi che ancora ringraziano di essere stata qui.
Daniela Liberti
Aprile 2017 - Quando inizia la discesa, intorno alle 11.15 ora locale, riesco a intravedere dal finestrino dell'aereo piccoli villaggi, distese di terra, monti e mille sfumature di azzurro e di blu che fanno da cornice al tutto. Sono molti anni che aleggia intorno a me questo viaggio, anni in cui il desiderio, la voglia, la sensazione, la vicinanza mi sfiorano, ma il destino mi riporta via.
Oggi non è così. Oggi sono qui. Oggi i miei piedi calpestano questa terra. Questa terra verde come le sue piantagioni di thè, marrone come il suo legno, azzurra come il suo mare, rossa come i suoi fiori e nera come le sue origini vulcaniche: chiamata Mauritius.
Non pensate che la S finale faccia si che diventi una moltitudine di isole, perché Mauritius è un'isola unica. Bellissima. Solare. Accogliente. "La Mauritius", quindi!
Un'isola di 70 chilometri di lunghezza e 45 di larghezza dominata da Piton de la Petite Rivière Noir con i suoi 828 metri d'altezza e i suoi 330 chilometri di barriera corallina che la racchiudono e la rendono uno dei gioielli dell'oceano Indiano.
Puoi scegliere di svolgere l'attività che vuoi qui: goderti il mare e farti accarezzare la pelle dal sole e dal vento; visitare il Parco nazionale di Black River Gorges; ammirare un panorama ricco di benessere e magico silenzio; saziarti del rumore di una cascata; deliziare i tuoi occhi alla terra dei 7 colori e il tuo palato a la Rhumerie de Charamel; perderti in uno dei suoi variopinti mercati e acquistare prodotti locali; visitare il museo della canna da zucchero per scoprirne i suoi variegati sapori oppure semplicemente farti coccolare nei top resort dell'isola e rilassarti in una Spa da urlo.
Ho fame e sete di tutto e tutto è quello che ho intenzione resti da questa esperienza.
Ma Mauritius non è solo quello che vi ho scritto fino ad ora.
Flora e fauna la fanno indubbiamente da padrona, ma poi c'è "lui", il popolo. Persone semplici, comuni, altruisti, disponibili, rispettosi, lavoratori, gentili e se tutto questo ancora non ti ha convinto aggiungo che sono felici e sorridono.
Ti sembra scontato un sorriso? Purtroppo non lo è, e la generosità con cui te lo regalano è sicuramente il dono più bello che tu possa ricevere qui.
Nonostante le previsioni meteo non erano positive pre partenza il clima qui ti sorprende con repentine variazioni. Piccole e fugaci piogge si intervallano con sole caldissimo regalandoti a fine giornata dei tramonti all'altezza di ogni aspettativa.
Le nuvole sono lì in agguato e sembra poterle catturare con le mani, sospese, vicine e il mio consiglio, ma non solo mio, è di scegliere una sistemazione sulla costa ovest per godervi tutto questo e per evitare il vento: quel vento che agita i pensieri, sposta le carte e rischia di rovinare la vostra permanenza. Un ulteriore consiglio arrivate fino a sud su questa illustre costa ovest non ve ne pentirete vi dominerà e incanterà il promontorio di Le Morne con i suoi 556 metri di altezza sul livello del mare - usata dagli schiavi come nascondiglio viene riconosciuta patrimonio dell'Unesco nel 2008 - e lo contemplerete facendo uno dei bagni più suggestivi nel mondo.
Noleggia un auto, ma presta attenzione alla guida al contrario, fai un bagno coi delfini, un'escursione in catamarano, un trekking nella foresta, parla con la gente, sentiti a casa, innamorati dei luoghi, contempla le stelle, bevi del rhum vaniglia e renditi conto della disponibilità e della gentilezza con cui ti snocciolano racconti sulla loro isola, sulla loro storia.
Respira e vivi ogni istante.
La sabbia corallina non scotta mai, le scarpette per entrare in acqua sono assolutamente consigliate, il fenomeno dell'alta e bassa marea non disturba come in altri posti del mondo, il francese suona come musica e ti addolcisce l'anima, i pesci ti si avvicinano senza nessuna paura, l'energia e le sinergie delle persone ti regalano emozioni incommensurabili e questa isola, brucia il petto perché ti apre il cuore, colpisce nel profondo e ti lascia solo quella voglia di dire: "non vado a Mauritius ci ritorno" perché questo dicono tutti dopo essere stati qui.
Ci sono esperienze che ti segnano e poi ce ne sono altre che ti feriscono.
Ci sono esperienze che ti coinvolgono e ce ne sono altre che ti abbandonano.
Ci sono esperienze che ti fanno sognare e poi ce ne sono altre che ti
catturano.
Infine ci sono i viaggi che ti segnano, feriscono, coinvolgono, abbandonano, ti fanno sognare, ti catturano, ti fanno gioire, ti danno adrenalina, ti regalano sorrisi, ti insegnano a vivere, comunicare, parlare, esprimerti, ti fanno mettere in gioco, ti fanno crescere, emozionare, conoscere persone ed entrare nelle loro vite, ascoltare una musica con un suono nuovo, respirare profumi diversi, camminare su strade sconosciute, conoscere percorsi alternativi, osservare con occhi nuovi, assaggiare sapori locali, vivere un altro popolo, condividere le loro idee, essere partecipi, ma soprattutto sentirsi vivi.
Purtroppo oggi mi sveglio a Milano, nel mio letto, nella mia casa, ma ho deciso di restare là da dove sono partita, per la gioia che mi ha contaminato l'anima e la tristezza che stamane ho percepito quando a
colazione non ho trovato quello che volevo, segno che, se qualcosa ti manca, vuol dire che tutto è stato perfettamente dosato nei giusti ritmi, tempi e spazi.
Mauritius per me una nuova casa, un nuovo posto nel mondo che aspetta anche te, dammi la mano e io ti ci accompagnerò lì nel mondo alberghiero di Beachcomber Hotels dove tutti ti accolgono con una gentilezza impeccabile, l'ospitalità di un sorriso, il comfort di altissimo livello, lo spirito di una famiglia, le location di un mondo nuovo, i servizi puntuali ed efficienti, ristoranti superlativi e la gentilezza di altri tempi quindi porgerti una mano e donarti un sogno tangibile solo per te, solo da vivere lì in quella che diventerà a modo loro anche casa tua.
Daniela Liberti
Marzo 2017 - Rio de Janeiro venne raggiunta e quindi scoperta nel gennaio del 1502 dai portoghesi. Pensando che la Baia di Guanabara fosse la foce del fiume la chiamarono – letteralmente tradotta – "fiume di gennaio". Da allora inizia la sua storia, la mia, in questa città e in questo paese, inizia molto tempo dopo e come in ogni viaggio è sempre troppo veloce il tempo che scorre. Nell’immaginario collettivo quando si pensa a Rio si pensa sempre solo a una cosa: il Carnevale che è e resta una delle espressioni culturali più significative di questo paese per i suoi quatto giorni di “piacevole follia”, per il divertimento, per la sua arte, i suoi costumi e la sua musica coinvolgente, ma vi assicuro che non è solo questo.
Il volo di Tap Air Portugal che mi porta a destinazione con scalo a Lisbona arriva alle 5 del mattino.
E’ buio pesto, non mi è mai piaciuto arrivare col buio in una nuovo posto, ma l’eccitazione dell’arrivo attiva in me una scarica di adrenalina che mi fa appiccicare la faccia al finestrino.
Già da lontano quello che mi colpisce di più di tutto e mi lascia a secco di parole è la vastità, la grandezza di questa città. Luci a perdita d'occhio che sembrano stelle di mille colori, estensione oltre i limiti immaginabili, per una che vive in un paese di dimensioni piccolissime, confini invalicabili e impossibili da definire anche dall’alto hanno qualcosa di totalmente inconcepibile, ma reale. Sono sopra Rio la vedo perfettamente, ci siamo, me la inizio a godere da lì, perchè le manovre per l’atterraggio durano almeno 30 minuti e penso che se non fossi arrivata col buio, tanto odiato in passato, forse non avrei mai fatto questa riflessione. Viaggiare per cambiare le idee e aprire la mente anche a quei paletti che ci eravamo erroneamente imposti e ricredersi.
L’aeroporto di Rio è molto grande, ma paragonabile a quello di altri del mondo, siamo nella loro stagione invernale.
Esco dall’aeroporto e una cappa di umido mi colpisce nell’immediato: 30 gradi all’ombra, questo per loro è l'inverno: umido, ma caldo in pantaloncini e infradito, insomma un sogno!
L’hotel che mi ospita è a due passi dalla spiaggia di Copacabana, sei in città e a due passi hai il mare. Faccio check-in mi cambio e vado in spiaggia, il bagno con quel caldo e arrivando da Milano è tassativamente la prima tappa, poco importa siano solo le 7 del mattino.
Per attraversare l’incrocio che mi porta al mare ci vogliono 3 semafori, quello del controviale, quello della strada a 3 corsie che va verso est e quello della strada a 3 corsie che va verso ovest, la famosa passeggiata con movimento ondulatorio e la sua caratteristica pavimentazione in bianco e nero progettata da Burle Marx ed eccomi arrivata. Copacabana, 4 km di spiaggia, se vuoi fare due passi qui di certo non hai problemi, una mezza luna dominata da il Pan di Zucchero dove trovi i brindisi più lunghi di sempre, giocolieri con una palla al piede, bandiere per non dimenticare in che paese sei e la gioia.
La seconda spiaggia più famosa, ma anche quella più esclusiva è quella di Ipanema, prende il nome dal quartiere omonimo. E’ entrata nel mio cuore e anche in quello dei brasiliani, qui non si pesca, ma tutto il resto è fattibile: surf, beach volley, football, c’è chi danza, c’è chi beve, c’è chi prende semplicemente il sole e ci sono i vari punti denominati Posto 7, 8, 9, 10, 11 e 12. Non perdetevi il Posto 9 che sicuramente è quello più frequentato da artisti e celebrità e dove sentirete sempre risuonare la canzone bossa nova più celebre al mondo “Garota di Ipanema” per noi, meglio conosciuta come "La ragazza di Ipanema”.
Ma Rio de Janeiro, come vi anticipavo, è molto altro ancora.
Nel pomeriggio si inizia a girare la città. La salita al Corcovado è la prima tappa, una montagna situata nel centro della città dove in cima c’è la statua del Cristo Redentore che a braccia aperte domina e accoglie a se tutti. Voluta da un prete cattolico per avere un simbolo religioso, nel 2007 viene riconosciuta come una delle sette meraviglie del mondo; quello che ti colpisce quando arrivi li è il gesto, queste braccia aperte, sono le dimensioni 38 metri di altezza compreso il piedistallo, ti senti veramente una formica, ed è il panorama, nuovamente quei confini a dismisura di una terra bellissima. Resto li finché non cala il sole, che cade esattamente alle spalle del Cristo, come primo tramonto in questa parte del mondo non mi posso proprio lamentare e mentre scende la sera il Cristo si illumina di tutti i colori perché la presenza da quassù ha un valore fondamentale per questa città di giorno e di notte.
Le giornate che seguono sono in giro per la città, a scoprire la parte storica e moderna della città, ma mi vorrei soffermare nel quartiere di Santa Teresa dove si trova la Scalinata Selaron, prende il suo nome dall’omonimo artista cileno che la decorò e la identificò come un tributo al popolo brasiliano. La prima cosa che salta agli occhi sono i colori: il giallo e il verde che sono quelli dominanti, poi la scalinata si estende per 200 gradini ricoperti di 2000 piastrelle provenienti da tutto il mondo, li percorro fino in cima e lassù nascosto dietro un angolo, su una piccola sedia, riparato dal sole, un uomo che con la sua chitarra e la sua musica ti prende per mano e ti accompagna in questa magica visita. La strada che ti conduce alla scalinata è contornata da locali e da murales coloratissimi che si disseminano in tutte le strade del quartiere, non potete mancare un tour nelle vie gustandovi qualcosa di fresco acquistato in uno dei tanti carretti posizionati ai cigli delle strade.
La metropolitana a Rio funziona molto bene, ti collega in diversi punti della città e mi porta anche nei pressi del Pan di Zucchero. La coda è molto lunga, ma questo non mi fa arrendere.
Ecco il mio turno, una prima teleferica ti porta sul Morro da Urca e una seconda arriva fino alla cima. Da qui si gode una vista mozzafiato da una parte Copacabana e dall’altra Botafogo e il centro città;
Secondo me, resta uno dei posti più romantici di questa città, soprattutto al tramonto, sarà per la sua forma e le sue linee che emozionano, sarà che si tuffa prepotentemente nel blu del mare, sarà che gli occhi si saziano, sarà che mi sono particolarmente commossa in quel belvedere quindi mi sento di dirvi non la evitate, non arrendetevi per il troppo flusso di visitatori e se avete paura delle altezze cercate di superarle è assolutamente imperdibile.
Ma Rio non è solo questo: è famosa anche per contenere, in un’area urbana, la più grande foresta: quella di Tijuca. Un perla di verde nel bel mezzo della città che ti accoglie con splendide montagne, bellissime cascate e panorami da cartolina. Oggi mi attende una giornata a contatto con la natura un tour in 4x4 all’interno del parco nazionale (un’avventura emozionante e divertente assolutamente consigliata) e a seguire la visita del giardino botanico. Chiunque voglia visitarlo potrà scoprire un parco con una natura mozzafiato, molte serre, piante carnivore, giardini pieni di rose, orchidee, tucani e palme smisuratamente grandi, fino a 10 metri di altezza, che fanno da cornice.
Per chiudere il cerchio un occhio di riguardo va a il samba. Ha origine qui in questo paese ed è sicuramente riconosciuto come punto di aggregazione, ma è proprio un patrimonio culturale, artistico molto importante per i brasiliani. Un consiglio per assaporare bene e immergersi nelle sue radici è trascorrere una serata al Rio Scenarium un locale nel quartiere di Lapa dove potrete vedere i barman più abili preparare delle gustosissime e freschissime caipirinha, essere accolti in un locale che racconta in ogni angolo la sua storia, gustarvi una buona cena, ballare il samba, per i meno dotati anche solo guardarlo e ascoltare questa musica speciale e coinvolgente dal vivo. La prenotazione è assolutamente consigliata se non obbligatoria!
Saluto Rio, e la direzione è Buzios piccola cittadina sul mare diventata famosa per essere stata “la seconda casa” di Brigitte Bardot negli anni 60 a cui hanno dedicato una statua di bronzo sulla passeggiata lungo oceano, dista 200 km circa da Rio de Janeiro ed è un luogo incantevole per godersi calma, relax e splendidi surfisti. Hai presente quando immagini che non può esistere un mare così in un posto così? È bello avere torto e riuscire ancora a meravigliarsi. Le spiagge sono immerse nel verde e la cittadina alle spalle è ricca di ristoranti, locali, negozi, discoteche e servizi di alta qualità per soddisfare anche i turisti più esigenti insomma il posto ideale per cercare la pace di giorno e per divertirsi la notte.
Ultima tappa in questo paese è Niteroì, comune nello stato di Rio de Janeiro, rimane proprio di fronte alla città carioca alla quale è collegata da un ponte di oltre 13 chilometri e ha sede il museo di arte contemporanea progetto stupefacente di Oscar Niemeyer. Architettura futuristica che ospita una collezione di oltre 1000 opere, situato sul mare con splendida vista panoramica. Al suo interno un ottimo bistrot per un lunch essenziale e tipico, assolutamente da non mancare.
Purtroppo domani è il giorno della partenza ma non mi faccio mancare nella mattinata, prima del volo, un tour in bicicletta del lungo mare Icarai, Sao Francisco fino alla Fortezza di Santa Cruz, non c’è nulla di più piacevole, nonostante il caldo e la fatica scoprire una città facendo quello che fanno la maggior parte delle persone locali, km di piste ciclabili, profumo di mare e rumore delle onde. Proprio così saluto questo paese con questo ultimo ricordo che mi si appiccica addosso come la salsedine, come il sorriso delle persone, come il caldo, come la gioia, come le infradito ai piedi, come l’unione di un popolo che non smette mai di lottare, vivere, ma sopra tutto ballare.
Sono a casa, i confini di Milano sono ben delineati, li vedo perfettamente dal finestrino e penso che ritorno da questo viaggio viva:
Viva come Rio de Janeiro;
Viva come il sole caldo che la illumina;
Viva come l'umidità che mi si è appiccicata addosso;
Viva come il samba che risuona nelle mie orecchie;
Viva come le onde delle spiagge di Ipanema e Copacabana;
Viva come una caipirinha ghiacciata al tramonto;
Viva come le sue affollatissime favelas;
Viva come l’Acai (tipica granita brasiliana a base di frutta secca, banane e polpa di Acai) lungo una passeggiata in spiaggia;
Viva perché Rio mi ha invasa di un'emozione che nulla ti toglie e tutto ti dà.
Daniela Liberti
Febbraio 2017 - “Sono stato in Africa”... quante volte lo hai sentito dire a qualcuno? Oggi posso dirlo anche io. Sì, i miei piedi hanno toccato questo continente: più volte, diversi stati, ma solo quando torni dal Sudafrica puoi chiudere il cerchio e capire cosa sia veramente quello stato d’animo che tutti chiamano mal d’Africa.
L’aeroporto di partenza d'altronde è sempre lo stesso, per fortuna la meta cambia. Il viaggio lo farò da sola, via Dubai, via Johannesburg per approdare a Port Elizabeth.
Eccomi arrivata e qui mi incontro con quattro altre donne, saranno le mie compagne per questa esperienza, un piccolo pezzo d’Italia laggiù nel capo quasi più a sud del mondo.
Noleggio auto, ci attendono 170 chilometri: che l’avventura abbia inizio.
L’esperienza di viaggiare con quattro persone che non conosci e che imparerai a farlo durante il viaggio rende l’occasione ancora più carica di emozioni.
Per anni ho desiderato calpestare questa terra, per anni l’ho descritta e decantata, prendo tutta la consapevolezza, ma lo stupore riesce ad accompagnarmi ad ogni istante.
Pensi a quando da bambina guardi i documentari e ti portano allo zoo e per una vita pensi che la vita non può essere in gabbia.
Dopo ore di volo, dopo aver capito come funziona guidare una macchina con cambio automatico, dopo aver preso la prima rotonda nel senso inverso arrivi a destinazione valichi un cancello, entri in una riserva, la strada sterrata ti fa rallentare l’andatura, ti guardi intorno e vedi l’infinito. C’è un silenzio imperiale, c’è una pace fuori dall’ordinario, c’è un calore che ti abbraccia, c’è improvvisamente un rinoceronte di fronte ai tuoi occhi.
Ti arresti. Lo osservi. Inevitabilmente lo fotografi. Con gli occhi.
Vorrei vedere lo stupore sul mio volto, lo sento. Vorrei qualcuno fotografasse anche me.
Ritorni al rinoceronte lo fotografi ancora, ma questa volta con una macchina fotografica per non perdere l’attimo.
Lo guardi e ti percorre un brivido addosso un mix tra eccitazione, agitazione, contentezza e pensi che non c’è zoo al mondo che tenga, la vita non è così crudele, la vita è vita per qualunque essere vivente nella sua terra.
Immaginavo questo viaggio prima della partenza e pensavo a come sarebbe stato, ma le emozioni che ti sorprendono sono ancora più forti di come le pensi, mentre le vivi.
Ed è così l’inizio di questo viaggio: un susseguirsi di sensazioni fuori dall’ordinario dove il protagonista non sei tu, ma loro, dove loro osservano te e vivono e tu ti commuovi pensando che il presentatore di questo spettacolo sei tu.
Le riserve e i lodge che mi ospitano in questa prima parte del mio viaggio sono tutti di livello, non c’è mai nulla al caso, accoglienze impeccabili, paesaggi e tramonti mozzafiato, camere estremamente accoglienti, ranger super qualificati che non ti fanno perdere niente del contatto con la natura durante un safari. Ogni rallentamento, ogni stop, ogni rettilineo ha dello stupore, vorresti urlare per la gioia, ma invece riempi gli occhi ed è assurdo come sia impossibile saziarsi: zebre, giraffe, elefanti, rinoceronti, bufali, ippopotami, leoni e leonesse, leopardi, ghepardi, iene, facoceri e numerose specie di antilopi.
Il viaggio prosegue per Knysna e il panorama è un susseguirsi di laghi, montagne, spiagge dorate, rupi e foreste. Questa piccola città vanta un mare bellissimo abbinato a un paesaggio montano altrettanto suggestivo.
Noi scegliamo di dormire a Plettenberg Bay, anche qui tutti ti accolgono con un sorriso lucente anche se è tardi e da qui nei giorni successivi scopriremo i suoi favolosi dintorni e la possibilità di vedere: Monkeylands il santuario dei primati, Elephant Sanctuary per una visita interattiva e un contatto ravvicinato con i pachidermi e infine Birds of Eden, la prima voliera di volo libero nel mondo che ospita più di 3000 specie di uccelli. E’ proprio qui che facciamo la conoscenza di un parrocchetto tutto azzurro con il becco rosso “Azzurrino” che si innamora di noi e noi di lui, la tenerezza e la condivisione è talmente unica che il cuore un po’ resta lì, ma dobbiamo incamminarci per la prossima tappa: Hermanus. Piccolo villaggio di pescatori, riconosciuto dal WWF uno dei 12 punti di osservazione delle balene al mondo (nel periodo da giugno a novembre).
Non puoi fare altro al cospetto di tanta bellezza e grandezza. Ti siedi sulle rocce e osservi l’infinito le vedi, sono proprio loro, sbuffano, ti parlano, le osservi passare e andare.
Chiudi gli occhi, macini nuovi chilometri e il panorama magicamente cambia eccoci in quella che ricorda la nostra Toscana dai suoi spazi spropositati e i suoi ordinatissimi vigneti: le Winelands che si estendono intorno a Stellenbosch.
Le vigne si incrociano fino a formare disegni geometrici sulla superficie delle fertili valli, attraversate da catene montuose, creando notevoli effetti scenografici e panorami eccezionali.
Da non perdere una degustazione di rinomati vini sudafricani all’interno di una proprietà vinicola. Fatto!
Il viaggio sta per finire e l’ultima tappa prima della partenza sarà Cape Town.
Guido e il panorama della grande città è dominato dalla Table Mountain, che imponentemente ti accoglie e abbraccia tutta la città, il sole è ancora alto, si decide di salirci subito ed effettuare il tour per avere una prima visuale della città dall’alto.
La strada che ti conduce in cima è preceduta da una lunga fila, da una foto di gruppo (che potrai poi ritirare alle casse di uscita) e da una funicolare che rotea su se stessa in modo da farti vedere, anche mentre sali, la città da diversi punti.
Arrivi in cima e il vento ti porta via, ma il panorama ti lascia completamente esterrefatto che inizi a seguire il percorso delimitato e ti affacci ad ogni centimetro.
Da lassù vedi di tutto Robben Island, Lion’s Heads, Signal Hill, il Green Point Stadium e magicamente nella tua testa senti quel suono corale di vuvuzele dell’estate del 2010 in occasione dei mondiali di calcio.
Continuo a scoprire la città con i giardini di Kirstenbosh nel versante meridionale della Table Mountain, ti accoglie solo silenzio e questa sensazione di pace e di quiete ti accompagna per tutta la visita gustandoti tutto il patrimonio floreale del Sudafrica, non a caso oggi è uno dei giardini botanici più famosi del mondo. Se passi da Cape Town una giornata la devi dedicare al Penisola del Capo, attraversarla tutta fino in fondo, fino al Capo di Buona Speranza passando da Hout Bay – piccolo villaggio di pescatori – Simon’s Town – dove troverete la statua di Just Nuisance un cane sepolto con gli onori militari, fatevi raccontare la sua storia dai locali – Boulder Beach – per osservare i pinguini – pranzare in uno dei ristorantini locali lungo la costa – proseguire per il Capo di Buona Speranza dove troverete zebre di montagna, volpi, antilopi e una piccola varietà di babbuini, ma un consiglio non dategli confidenza, non sono molto amichevoli!
Arrivare fino al faro con la funicolare o a piedi, come preferite, godervi il panorama e riconciliarvi con il mondo, rientrare in città e percorrere la Chapman’s Peak Drive che corre a strapiombo sul mare ed è una delle strade panoramiche più belle del paese, dove potrete godervi anche un cielo al tramonto da urlo e da non perdere i Twelve Apostles nell’ultimo pezzo prima di arrivare al Victoria & Alfred Waterfront di Cape Town dove mi fermo per cena in uno dei numerosi ristoranti caratteristici sul porto tuttora funzionante, e arricchito da un complesso di negozi, ristoranti, bar, pub, mercati dell’artigianato, musei, cinema, acquario, ricavati dai vecchi edifici e magazzini portuali.
Seguo la musica e la mia ultima serata in Sudafrica è accompagnata da un concerto e da persone che si accalcano e si godono l’allegria ed è con questa emozione addosso che saluto questo paese, sperando di poterci tornare, di poterlo rivedere, di scoprire ancora di più, di vedere quello che non sono riuscita a vedere in questo viaggio e ricordando le parole di Nelson Mandela: “Non c’è niente come tornare in un posto rimasto identico per scoprire in quanti modi sei cambiato”. Goodbye South Africa!
Daniela Liberti - Travel Consultant